Il nome Aldebaran è arabo e significa “il seguace” perché sembra seguire l’ammasso stellare di Iadi. Analizziamola con annessa guida per individuarla

Aldebaran è la stella più brillante della costellazione del Toro ed è conosciuta come “Occhio del Toro”. Il nome “Aldebaran” è arabo, che significa “Il seguace” perché sembra seguire l’ammasso stellare delle Iadi che forma la testa del Toro. La stella è una gigante arancione di classe spettrale K5 III (1,7 masse solari) ed è leggermente più massiccia del nostro Sole. La stella è più vecchia del Sole e si prepara a fondere il suo nucleo leggero in elementi più pesanti, cosa comune tra questo tipo di stelle. Possiede una temperatura superficiale di circa 3.700°C ed è rossa, simile a Marte, che occasionalmente le passa vicino nel cielo notturno.

Aldebaran e le Iadi. Credit: NASA, ESA, and STScI.
https://esahubble.org/images/heic1309c/

Conosciuta fin dall’antichità

La stella è conosciuta nell’astronomia cinese, romana e indù. Il Toro è una delle costellazioni più antiche documentate. Le sue origini, intese come osservazioni, risalgono almeno all’età del bronzo. Aldebaran è situata a 65 anni luce di distanza dalla Terra. La sua magnitudine apparente è di circa 0,85, il che la rende la quattordicesima stella più luminosa nel cielo notturno. In dettaglio per individuarla (segue foto):

Aldebaran
La posizione di Aldebaran. Credit: Stellarium

Occultazioni frequenti

La stella è spesso occultata dalla Luna, poiché si trova vicino al percorso dell‘eclittica (percorso del Sole, della Luna e dei pianeti nel cielo). Proprio per le non rare occultazioni, è relativamente facile farsi un’idea approssimativa delle dimensioni della stella stimando il tempo in cui è coperta e osservandola in luoghi diversi. Aldebaran è circa 44 volte la dimensione del Sole e la sua posizione nel cielo può tranne in inganno: sembra far parte dell’ammasso sellare delle Iadi. In realtà non è così ed è solo un gioco di prospettiva.

Aldebaran tra gli anelli di Saturno
Aldebaran tra gli anelli di Saturno. Tutto ripreso dalla sonda Cassini. Credit: NASA
Aldebaran come guida

Gli astronomi usano occasionalmente stelle luminose come punti guida per aumentare la loro comprensione di altri oggetti

Riferimenti:

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