Cosa abbiamo imparato circa le collisioni con asteroidi grazie alla missione spaziale Double Asteroid Redirection Test (DART).

La sonda spaziale DART ci permette di comprendere se far schiantare una sonda contro asteroidi potenzialmente pericolosi per alterarne la rotta, sia una buona tecnica per difendere il nostro pianeta. Le prime scoperte al riguardo sono state esposte durante un incontro presso l’American Geophysical Union il 15 dicembre a Chicago.

Uno degli asteroidi, Didymos, con la sua coda di materiale espulso a seguito dell’impatto. Credit: Magdalena Ridge Observatory/NM Tech.

I ricercatori stimano che l’impatto di DART abbia spostato nello spazio oltre mille tonnellate di roccia (in particolare, la cosiddetta condrite; tipica degli asteroidi che raggiungono la Terra). Le osservazioni suggeriscono, inoltre, che Dimorphos e il più grande asteroide attorno al quale orbita, Didymos, hanno una composizione simile.

Hanno anche mostrato come la pressione dovuta alla radiazione solare abbia, in un certo senso, allungato il flusso di materiale espulso fino a decine di migliaia di chilometri.

Si calcola, inoltre, che l’impatto di DART, il quale viaggiava a circa 22’530 km/h, ha alterato il periodo orbitale di Dimorphos di 33 minuti e che la quantità di moto trasferita a Dimorphos è stato di circa poco più di tre volte e mezzo maggiore rispetto a se l’asteroide non avesse espulso alcun materiale.

Proprio grazie a una previsione accurata del trasferimento di quantità di moto sarà possibile pianificare una futura missione, se mai ce ne sarà bisogno, che permetta di salvare la vita sulla Terra deviando un eventuale asteroide (cosa che i dinosauri, invece, non hanno potuto fare).

Nel caso tu voglia approfondire i dettagli della missione, consiglio la visione di un video realizzato da MEDIA INAF:

Fonte: NASA.

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