Molti asteroidi, ma anche alcune comete, si avvicinano alla Terra; a volte troppo. Ma chi e come li tengono d’occhio?

Il Center for Near-Earth Object Studies (CNEOS) presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, analizza le orbite degli oggetti vicini alla Terra noti. Effettua, inoltre, valutazioni del rischio di impatto a supporto del Planetary Defense Coordination Office (traducibile come ‘ufficio di coordinamento per la difesa planetaria’) presso il NASA Headquarters in Washington (USA). Ma quali di questi corpi celesti rappresentano effettivamente un rischio per il pianeta?

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L’asteroide 101955 Bennu, qui ripreso dalla sonda spaziale OSIRIS-REx della NASA, ha una possibilità su 2’700 di colpire la Terra verso la fine del XXII secolo. Credit: NASA/Goddard/University of Arizona.

I cosiddetti Near-Earth Object (‘oggetti vicini alla Terra’) sono asteroidi e comete con una distanza minima dal Sole inferiore a 1.3 unità astronomiche (circa 195 milioni di chilometri), ma delle comete si considerano solo quelle di breve periodo (cioè aventi periodo orbitale inferiore a 200 anni). La stragrande maggioranza di questi oggetti sono asteroidi con dimensioni variabili da pochi metri a quasi 40 chilometri di diametro.

In particolare, sono identificati come Potentially Hazardous Object (‘oggetti potenzialmente pericolosi’), solo quelli le cui orbite prevedono una ‘minima distanza all’intersezione orbitale’ minore o uguale di circa 0.05 unità astronomiche (in altre parole, quelli che possono avvicinarsi meno di circa 7.5 milioni di chilometri all’orbita terrestre) e con dimensioni sufficientemente grandi da causare danni significativi al nostro pianeta (almeno 140 metri circa di diametro).

Per stimare qual è l’orbita di ciascun oggetto è spesso necessario condurre osservazioni nel corso di molti anni (a volte decenni), durante i quali gli oggetti in questione possono percorrere anche più di un’orbita. Fare più osservazioni vuol dire calcolare le orbite con maggior precisione, il che è importante al fine di prevedere dove si troverà un asteroide, o una cometa, anni o addirittura decenni nel futuro.

Il CNEOS utilizza un programma, noto come Sentry, per analizzare i cataloghi astronomici alla ricerca di oggetti che possano entrare in collisione con la Terra. Al momento non è nota alcuna significativa minaccia di impatto per i prossimi cento anni o più.

In generale, i dati circa le posizioni orbitali degli oggetti vicini alla Terra provengono dai database del Minor Planet Center (centro incaricato dall’Unione Astronomica Internazionale), da qualche osservatorio amatorialie, ma soprattutto dai grandi osservatori finanziati dalla NASA.

Per concludere, segue un video realizzato dalla NASA che riassume come funziona la rilevazione degli asteroidi vicini alla Terra.

Fonti: NASA, NASA, CNEOS, JPL.

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