Le immagini catturate dai telescopi, sia terrestri sia, a volte, spaziali, vengono rovinate sempre più dai satelliti artificiali.

L’inquinamento luminosa è dovuto non solo alla luce artificiale notturna, ma anche ai detriti spaziali e ai satelliti artificiali che affollano l’orbita terrestre bassa riflettendo la luce solare. Tutto ciò costituisce un ostacola per la ricerca astronomica, infatti impedisce agli scienziati di sfruttare a pieno le potenzialità dei loro telescopi. In altre parole, troppi satelliti ostacolano l’osservazione del cielo.

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Il caso delle immagini di Hubble

Una galassia osservata dal telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA è stata rovinata dalla scia di un satellite artificiale. Crediti: NASA/ESA/Kruk et al. 2023.

Del problema in questione ne risentono anche i telescopi spaziali che si trovano nell’orbita terrestre bassa. Per esempio, analizzando l’archivio delle osservazioni effettuate da Hubble dal 2002 al 2021, si è scoperto che quasi il tre percento delle sue immagini conteneva almeno una scia lasciata da un satellite artificiale. Senza limitare il ritmo del lancio di nuovi satelliti, si stima che entro il 2030 quella frazione potrebbe assumere un valore compreso tra il venti e il cinquanta percento.

Pertanto, sia le scie nelle immagini dei telescopi sia l’aumento della luminosità del cielo, rendono necessarie osservazioni ulteriori e dai tempi più lunghi. In questo modo, oltretutto, la concorrenza per il tempo di ciascun telescopio aumenterà a svantaggio delle istituzioni di ricerca con meno risorse economiche.

Fonti: Nature, Nature.

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