Il radiointerferometro ALMA ha consentito di osservare con una risoluzione elevatissima un esteso campione di dischi protoplanetari, strutture attorno a giovani stelle al cui interno i pianeti si stanno formando. Studiando questi dischi, i ricercatori tentano di capire l’origine dei pianeti, compresi quelli del Sistema Solare.

L’origine del Sistema Solare, con tutti i suoi pianeti, compresa la Terra, è uno dei problemi aperti più importanti dell’astronomia. Anche se i telescopi, come ormai noto, sono vere e proprie macchine del tempo, il nostro sistema planetario è troppo vicino per permetterci di indagare il suo passato direttamente. Ma c’è un altro modo per farlo: osservare altri sistemi planetari in formazione. Infatti, tutte le stelle simili al Sole nascono e si evolvono in maniera analoga. Ed è proprio quando queste stelle sono molto giovani che gli astronomi possono osservare, attorno ad esse, delle regioni conosciute come dischi protoplanetari. All’interno di questi dischi, i pianeti stanno nascendo. Osservarli quindi consente ai ricercatori di studiare la nascita e l’evoluzione dei pianeti, e ottenere preziose informazioni anche sull’evoluzione del Sistema Solare. 

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Un team di ricerca internazionale ha utilizzato ALMA – un radiointerferometro di 66 antenne posto a 5000 metri di altitudine nel deserto di Atacama, Cile – per osservare i dischi attorno a 19 protostelle con una risoluzione molto elevata. Lo studio si è concentrato sui sistemi che hanno un’età dai 10mila ai 100mila anni (quindi molto giovani in termini astronomici), e ha osservato con ALMA l’emissione radio emessa dai grani di polvere nei dischi, cioè i mattoni dei futuri pianeti.   

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Immagini dei dischi attorno a 19 protostelle ottenute con ALMA. I dischi sono presentati nell’ordine della loro sequenza evolutiva (quello in alto a sinistra è il più giovane mentre quello in basso a destra è il più vecchio). Crediti: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO), N. Ohashi et al.

Le osservazioni hanno confermato la presenza dei dischi intorno a tutte le protostelle, il che significa che le condizioni minime per la formazione dei pianeti sono già presenti in questi giovani sistemi protostellari. Tuttavia, i dati indicano chiaramente che i dischi attorno alle protostelle sono diversi dai dischi protoplanetari più evoluti. Tra le 19 protostelle osservate, gli anelli e le lacune all’interno dei dischi, che sono segni di formazione dei pianeti, sono stati osservati solo in alcuni dischi di protostelle più evolute. “Non ci aspettavamo di vedere differenze così nette tra i dischi attorno alle protostelle più giovani e quelli più evoluti”, spiega Nagayoshi Ohashi, primo autore dello studio. John Tobin, coprotagonista del programma presso il National Radio Astronomical Observatory (USA), aggiunge: “I nostri risultati suggeriscono che i dischi attorno alle protostelle non sono del tutto pronti per la formazione dei pianeti. Riteniamo che l’effettiva formazione del sistema planetario progredisca rapidamente tra 100mila e 1 milione di anni dopo l’inizio della formazione stellare”. 

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