Gli effetti del cambiamento climatico causato dall’uomo stanno diventando sempre più evidenti. Ecco come il riscaldamento globale influenza le coltivazioni di tutto il mondo.

La NASA sta utilizzando modelli informatici avanzati per capire come il clima della Terra reagirà alle continue emissioni di gas serra da qui al prossimo futuro. I ricercatori hanno stilato una serie di scenari futuri e poi usato le proiezioni climatiche per vedere come il cambiamento climatico influenzerà l’agricoltura nei prossimi decenni.

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L’agricoltura di tutto il mondo si è sviluppata in funzione del suolo terrestre. Credit: NASA.

L’effetto fertilizzante dell’anidride carbonica

L’anidride carbonica è il principale gas serra responsabile dell’aumento della temperatura globale. Viene emesso dalla combustione di combustibili fossili e può rimanere nell’atmosfera per centinaia di anni. Questo significa che ogni anno aggiungiamo anidride carbonica alla quantità già accumulata all’inizio della rivoluzione industriale, oltre 200 anni fa.

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Le piante assorbono anidride carbonica dall’atmosfera durante il processo di fotosintesi. Ovviamente non in quantità sufficiente a rimuovere tutto ciò che gli esseri umani rilasciano nell’aria. Ebbene, gli esperimenti in serra e sui campi agricoli hanno dimostrato che livelli più elevati di anidride carbonica possono fungere da fertilizzante per aumentare la crescita delle piante. Questo beneficio dipende anche dal tipo di raccolto. Grano, orzo e riso, ad esempio, beneficiano di concentrazioni di anidride carbonica più elevate, rispetto al mais. Nonostante questo, ci sono alcuni svantaggi per la nostra nutrizione. Perché è vero che le colture crescono più velocemente con una quantità elevata di CO2, ma è anche vero che il contenuto di proteine e micronutrienti è proporzionalmente inferiore al normale. Non solo, perché livelli più elevati di anidride carbonica portano anche calore, e quindi stress termici per le colture.

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Le temperature superiori al periodo di riferimento 1951-1980 sono colorate in rosso, mentre quelle inferiori alla norma, in blu. Credit: NASA

Le conseguenze del cambiamento climatico sulla crescita delle piante

Molte coltivazioni iniziano ad appassire a circa 90, 95 gradi Fahrenheit (più o meno 32-35 gradi Celsius). Il segno più visibile è la perdita d’acqua, che può arrecare danni permanenti alla pianta. Diverse regioni del mondo sperimenteranno ondate di calore improvvise, in futuro, specialmente in estate. Tenendo conto dell’effetto fertilizzante dell’anidride carbonica, numerosi studi hanno mostrato che i raccolti di grano e frumento da semina invernale o primaverile sono aumentati di circa il 2-3% nelle regioni più calde, come l’America Centrale e alcune zone dell’Africa. Anche in India, che produce il 14% del grano globale, si assiste sempre più spesso ad annate con basse rese di grano.

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La temperatura globale influisce anche sul ciclo di vita delle colture. Un piccolo aumento delle temperature giornaliere durante la stagione di crescita accelera il ciclo di vita della pianta. Il risultato è un minor numero di cereali nel raccolto. Tra l’altro il cambiamento climatico sta anche influenzando pesantemente la distribuzione d’acqua su tutto il pianeta, provocando periodi più estremi di siccità e precipitazioni. La quantità d’acqua disponibile per l’irrigazione sta già subendo gli effetti della crisi climatica: in alcune aree assisteremo a precipitazioni aggiuntive che porteranno senz’altro benefici. In altre, invece, ci sarà troppo poca acqua a causa della siccità. C’è un equilibrio che non dobbiamo distruggere ulteriormente. Le soluzioni sono davanti ai nostri occhi e non possiamo ignorarle: investimenti a lungo termine in sistemi di irrigazione efficienti, nuovi macchinari e infrastrutture nelle aree più a rischio, e sicuramente la coltivazione di nuove varietà di colture.

Immagine di copertina credit NASA’s Earth Observatory

Riferimenti:

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