Secondo un recente studio uno degli ingredienti più importanti della vita nell’universo potrebbe essersi formato nel cuore di una cometa.

Per quanto ne sappiamo, la vita sulla Terra è apparsa circa 4 miliardi di anni fa da una miscela di composti organici conosciuta come zuppa primordiale. Come e dove siano stati generati gli ingredienti per questo mix proto-biologico è ancora oggetto di dibattito. Mattoni fondamentali come amminoacidi, lipidi e zuccheri possono formarsi nelle profondità dello spazio, come hanno dimostrato recenti ricerche, e sarebbero stati consegnati alla Terra primordiale tramite meteoriti e comete.

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Secondo un nuovo studio condotto da un team tedesco e francese, questo scenario non solo è plausibile, ma offre la spiegazione più probabile su come la vita sia arrivata sulla Terra. Lo studio si concentra sulla formazione di peptidi, ovvero catene composte da 2 a 50 aminoacidi legate da connessioni chimiche chiamate legami peptidici. Formati da sequenze uniche di amminoacidi, i peptidi svolgono diverse funzioni nei processi biologici. Secondo gli autori dello studio, antichi peptidi potrebbero anche aver avuto un ruolo nella creazione dei precursori delle membrane cellulari.

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I dettagli della scoperta

Credit: NASA

Tuttavia, nonostante l’importanza dei peptidi per la vita, la giovane Terra probabilmente non offriva un ambiente ideale per la loro formazione. L’acqua potrebbe aver avuto un effetto importante sulla formazione di peptidi da componenti chimici, e quindi potrebbe aver addirittura ostacolato l’emergere della vita. Esiste però un luogo sorprendentemente unico per la formazione dei peptidi: il mezzo interstellare, un termine che gli scienziati usano per indicare la materia e la radiazione che occupa vaste distese di spazio tra i sistemi stellari.

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L’esperimento

Guidati da Serge Krasnokutski, astrofisico del Max Planck, gli autori dello studio hanno simulato le condizioni trovate nel mezzo interstellare. Questo ha consentito loro di testare in laboratorio alcuni dettagli chiave su come il nostro pianeta potrebbe essersi ritrovato con i peptidi. Hanno confermato, ad esempio, che la sintesi dei peptidi dipende da tre ingredienti chimici – carbonio, monossido di carbonio e ammoniaca – la cui presenza può innescare la formazione di molecole di aminochetene simili ad amminoacidi nelle nubi di polvere interstellare.

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Che c’entrano comete e asteroidi

Mentre questo tipo di nube molecolare si condensa, le sue particelle di polvere iniziano a coagularsi. Le molecole di aminochetene possono assemblarsi poi in catene – cioè peptidi. Una volta che la temperatura sale a 176 Kelvin, l’ammoniaca contenuta nel ghiaccio molecolare si combina con l’acqua per formare una miscela che ha un punto di fusione inferiore a quello dei suoi costituenti. In gran parte incapace di evaporare, il contenuto liquefatto nelle profondità della cometa o dell’asteroide potrebbe essere adatto per la formazione di molecole di aminochetene. Che sarebbero poi arrivate sulla Terra nel periodo in cui il nostro pianeta è stato letteralmente “bombardato” da asteroidi e comete.

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