Stiamo letteralmente respirando i fumi di un disastro dall’altra parte del mondo: gli enormi incendi in Canada
Stiamo respirando i fumi di un disastro dall’altra parte del mondo. Non è sabbia del Sahara. Quella foschia densa, quel cielo lattiginoso che in questi giorni avvolge l’Italia, arriva da molto più lontano.
Fumi e polveri sottili
Sono le polveri sottili prodotte dai vasti incendi che stanno divorando le foreste del Canada che hanno percorso oltre settemila chilometri, spinte dai venti in quota attraverso l’Atlantico. Le regioni italiane più colpite sono l’arco alpino occidentale, la Sardegna e il Centro-Nord, dove il cielo ha assunto tonalità innaturali, quasi spettrali. Le analisi condotte dall’ARPA Valle d’Aosta confermano: si tratta di particolato fine, PM10, risalente proprio ai roghi canadesi. Particelle che, durante il loro lungo viaggio, hanno subito trasformazioni chimiche e fisiche, rendendole ancora più insidiose per la salute umana.

Le conseguenze per la qualità dell’aria
Non c’è dubbio che questa foschia rappresenti un pericolo anche per noi esseri umani. La massa d’aria nociva che si è spostata dal Canada e che ha raggiunto l’Italia settentrionale contiene sostanze inquinanti come monossido di carbonio e ozono troposferico, oltre ovviamente ai minuscoli frammenti di cenere. Questi elementi, in gran quantità, possono peggiorare la qualità dell’aria che respiriamo e provocare disturbi cardiovascolari e respiratori. Vi terremo aggiornati sulla situazione, continuate a seguirci sui nostri canali.
Per saperne di più:
- Leggi gli aggiornamenti di Copernicus