I modelli matematici ne suppongono l’esistenza: scopriamo il presunto Pianeta X

Nel gennaio 2015, gli astronomi della Caltech Konstantin Batygin e Mike Brown annunciarono nuove prove sull’esistenza di un pianeta gigante oltre l’orbita di Nettuno. Queste si basavano su modelli matematici dettagliati e simulazioni al computer e non sull’osservazione diretta. Questo grande corpo celeste potrebbe spiegare le orbite di almeno cinque oggetti più piccoli scoperti nella lontana Fascia di Kuiper.

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La possibilità dell’esistenza di un nuovo pianeta è certamente entusiasmante per me come scienziato planetario e per tutti noi“, ha dichiarato Jim Green, direttore della Planetary Science Division della NASA. “Questa non è, tuttavia, la scoperta di un nuovo pianeta. È troppo presto per dire con certezza che esiste un cosiddetto Pianeta X. Quello che stiamo vedendo è una previsione anticipata basata su modelli matematici“.

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Gli scienziati della Caltech ritengono che il Pianeta X possa avere una massa circa 10 volte quella della Terra ed essere di dimensioni simili a Urano o Nettuno. L’orbita prevista è circa 20 volte più lontana dal nostro Sole: impiegherebbe tra i 10.000 e 20.000 anni per compiere una sola orbita intorno alla nostra stella (Nettuno completa un’orbita all’incirca ogni 165 anni).

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Rappresentazione artistica del Pianeta X. Credit: Caltech / R. Hurt (IPAC)

Perché se ne suppone l’esistenza?

Gli astronomi, studiando la Fascia di Kuiper, hanno notato che alcuni pianeti nani ed altri oggetti ghiacciati tendono a seguire strane orbite (non quelle tradizionali). Analizzandole a fondo, il team della Caltech ha previsto la possibilità che un grande pianeta potesse nascondersi molto al di là di Plutone. Suppongono che la gravità del Pianeta X potrebbe spiegare proprio le insolite orbite di quegli oggetti della Fascia Kuiper.

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Alla fine della GIF, ecco l’ipotetica orbita del Pianeta X. Credit: nagualdesign

Obiettivi futuri

Gli astronomi grazie all’ausilio dei telescopi più potenti del mondo, si metteranno a caccia del Pianeta X analizzando l’orbita prevista. La difficoltà sta proprio nella sua eventuale posizione: oggetti così lontani dal Sole sono molto deboli e difficile da rilevare.

“Se Planet X è là fuori, lo troveremo: se non esistesse determineremo una spiegazione alternativa per rispondere ai dati ricevuti finora”.

Jim Green

Immagine di copertina credit NASA

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