Per anni la NASA ha monitorato una strana anomalia nel campo magnetico terrestre: una gigantesca regione che si estende tra il Sud America e l’Africa sud-occidentale.

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L’anomalia del Sud Atlantico, paragonata dalla NASA a “un’ammaccatura” nel campo magnetico terrestre o a una specie di “buca nello spazio”, è da tempo monitorata dagli scienziati. Si tratta di una gigantesca regione di bassa intensità magnetica che si estende tra il Sud America e l’Africa sud-occidentale. Non influisce sulla vita sulla Terra, ma lo stesso non si può dire per le sonde spaziali orbitali (inclusa la Stazione Spaziale Internazionale), che attraversano direttamente l’anomalia mentre orbitano attorno al pianeta a bassa quota.

L’origine dell’anomalia magnetica

Una delle ragioni per cui la NASA sta monitorando l’anomalia è quella di attenuare i pericoli nello spazio. L’altro motivo è che il mistero dell’anomalia rappresenta una grande opportunità per studiare un fenomeno complesso come questo. Uno studio condotto dalla NASA nel 2016 ha rivelato che questa regione si sta lentamente spostando. Inoltre il fenomeno sembra essere in procinto di dividersi in due: nel 2020, i ricercatori hanno scoperto che l’area sembrava dividersi in due celle distinte, ciascuna delle quali rappresenta un centro separato di minima intensità magnetica all’interno dell’anomalia principale.

Cosa dobbiamo aspettarci

Uno studio più recente, pubblicato nel 2024, ha scoperto che l’SAA (questo il nome affibbiato all’anomalia del Sud Atlantico) ha un impatto anche sulle aurore visibili sulla Terra. Ovviamente, restano enormi interrogativi, ma è bello sapere che l’agenzia spaziale più potente del mondo la sta studiando con attenzione. “Sebbene la SAA si muova lentamente, sta subendo alcuni cambiamenti nella sua morfologia, quindi è importante continuare a osservarla con missioni continue”, concludono gli scienziati. Ulteriori studi ci diranno di più su questa eventuale problematica.

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