Sopravvivere su Marte richiederà una tecnologia mai vista prima, vediamo insieme la situazione della ricerca.

Il prossimo rover a visitare Marte, il pianeta rosso, sarà PERSEVERANCE, di cui parliamo in questo articolo.

Perseverance e i suoi sistemi di analisi.
Credit: NASA JPL

Sappiamo tutti che per la prima volta verrà testato un elicottero in una atmosfera “aliena”, però ci saranno anche altri test probanti.

Il futuristico elicottero che volerà su Marte

Nuovi materiali

Per la prima volta saranno portati dei materiali che saranno testati per le future tute spaziali, esse dovranno proteggere gli uomini e donne che andranno su Marte.

Mettere degli esseri umani su Marte sarà la sfida tecnologica del secolo, perché è un ambiente completamente nuovo per noi, e difficilmente riproducibile sulla Terra.

Le problematiche principali:

  • Diversamente che per Apollo, le tute dovranno essere in grado di sopportare centinaia di ore in EVA (attività extraveicolare), contro le poche ore delle missioni lunari.
  • Dovranno essere molto piú leggere e snodate.
  • Essere in grado di proteggere dalla polvere marziana.
  • Avere autonomia maggiore.
  • Resistere alla grande esposizione alle radiazioni.

La polvere marziana

Similarmente a quella lunare, la polvere marziana ha proprietà abrasive eccezionali, per il fatto che, in un ambiente secco come Marte, l’erosione è praticata dal vento e non dall’acqua. Osservate le pietre in un piccolo torrente, sono di forma arrotondata, vero?

L’ambiente modifica la meccanica

E’ l’acqua che le modella con la sua costante e lieve abrasione, ma su luoghi aridi come la Luna o Marte assumono forme appuntite, con una forte carica elettrostatica, dovuta (su Marte) all’azione del vento.

Uno schema basico delle future tute lunari per Artemis, su Marte dovranno essere ancora piú sofisticate.
Credit: NASA

Come detto sopra, le tute di Marte dovranno essere più leggere e maneggevoli, e si arriverà a questo dotando i punti di snodo con attacchi a cuscinetto, vagamente simili a quelli che vediamo nel nostro quotidiano.

A sinistra La EMU, utilizzata nella ISS, al centro la tuta di Artemis, a destra un prototipo allo studio per Marte. Credit: NASA

Però, se in uno dei nostri cuscinetti “terrestri” ci buttiamo qualche granello di sabbia tra le sfere, questi cominciano a fare rumore, a non girare perfettamente, fino a bloccarsi completamente, in alcuni casi di uso in macchine operatrici si può osservare la totale rottura del componente.

Testa di movimento per una tuta candidata ad andare su Marte.
Credit: NASA

Sulla Terra, a parte qualche imprecazione poi si va in officina, ma su Marte non sarà possibile, tra le tante problematiche c’è anche quella della distanza, non ci sarà la possibilità di soccorso, gli equipaggiamenti dovranno avere caratteristiche di resistenza mai raggiunte per gli usi terrestri.

E cosa farà Perseverance su Marte?

Per la prima volta, cinque piccoli pezzi di materiale per tute spaziali saranno studiati da uno strumento a bordo di Perseverance chiamato SHERLOC (Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals).

I materiali, incluso un pezzo di visiera per il casco, sono incorporati accanto a un frammento di un meteorite marziano per la calibrazione di SHERLOC.

Particolare dello strumento SHERLOC. Credit: NASA

Questa è una procedura standard che gli scienziati usano per assicurarsi che le impostazioni di uno strumento siano corrette, confrontando le letture su Marte con le letture di base che hanno ottenuto sulla Terra.

I materiali sono pensati per lo strato esterno di una tuta, poiché saranno esposti alla maggior parte delle radiazioni e attrito.

  • C’è l’orto-tessuto, già in uso nelle attuali tute spaziali. Sono tre materiali in uno:
  • Nomex, un materiale resistente al fuoco che si trova anche negli abiti dei vigili del fuoco:
  • Gore-Tex, che è impermeabile ma traspirante:
  • Kevlar, che è utilizzato in giubbotti antiproiettile.

Sarà testato un campione di Vectran da solo, utilizzato per i palmi dei guanti della tuta spaziale.

È resistente al taglio, sulla Stazione Spaziale Internazionale i micrometeoriti colpiscono i corrimano all’esterno della stazione, creando buchi con bordi affilati che possono tagliare i guanti.

Sarà incluso un campione di Teflon, usato a lungo nelle tute spaziali come parte dei guanti da astronauta, sul dorso.

Altro prototipo di tuta marziana. Credit: NASA

Proprio come in una padella antiaderente, che è scivolosa, sarà più difficile strappare un tessuto se è liscio. Verrà incluso un campione di teflon con un rivestimento resistente alla polvere.

Per finire, un pezzo di policarbonato, utilizzato per le bolle e le visiere del casco perché aiuta a ridurre la luce ultravioletta.

Un sistema di tute che restano all’esterno per non portare polvere dentro gli habitat.
Credit: NASA

Questo materiale non si frantuma. Se colpito, si piega anziché rompersi in frantumi, e ha ancora buone proprietà ottiche.

Ci saranno altre migliaia di problematiche da risolvere per portare l’umanità su Marte, ma prima o poi ci riusciremo, e le scoperte tecnologiche avranno un impatto enorme sulla nostra vita quotidiana.

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