Secondo i ricercatori statunitensi sarebbe possibile ricavare energia pulita dai ritmi e dai processi naturali del nostro pianeta, generando elettricità mentre la Terra ruota attorno al suo campo magnetico.

Un trio di ricercatori statunitensi dice di aver testato con successo un nuovo modo di produrre energia elettrica dal movimento della Terra. Sebbene la tensione prodotta fosse minima, questa possibilità potrebbe dare origine a un nuovo modo di generare elettricità sfruttando le dinamiche del nostro pianeta. I ricercatori hanno dimostrato che questo meccanismo potrebbe effettivamente funzionare, a patto che la forma e le proprietà del materiale conduttore abbiano specifici requisiti.

È possibile generare corrente elettrica dalla rotazione della Terra?

I ricercatori hanno utilizzato un cilindro progettato per raccogliere l’elettricità. Crediti: Chyba et al., Physical Review Research , 2025.

Per l’esperimento, il team ha utilizzato un cilindro cavo lungo 29,9 centimetri realizzato in ferrite di manganese e zinco, un materiale scelto per favorire la diffusione magnetica. Il cilindro è stato poi posizionato in un laboratorio completamente buio e senza finestre, per ridurre al minimo l’interferenza fotoelettrica, e angolato in modo da risultare perpendicolare sia alla rotazione terrestre sia al campo magnetico. Ebbene, alla fine si è generata una tensione di 18 microvolt. I ricercatori hanno osservato la stessa risposta del materiale in un secondo luogo, questa volta in un edificio residenziale anziché in un laboratorio.

Le conclusioni degli scienziati

È una ricerca entusiasmante e promettente, ma stiamo parlando di una quantità molto piccola di elettricità, generata con un allestimento sperimentale molto specifico. Sarebbe davvero entusiasmante se riuscissimo a generare corrente elettrica sfruttando ciò che abbiamo a disposizione quotidianamente e senza inquinare, ovvero il nostro bellissimo pianeta. Adesso, però, è necessario che un gruppo di ricerca indipendente riproduca – o confuti – i loro risultati. La ricerca, nel frattempo, è stata pubblicata su Physical Review Research.

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