Soprannominato “Diavolo della Tasmania”, il Lumonous Fast Blue Optical Transient è esploso ripetutamente emettendo più energia di una supernova

Il rapporto descrive il fenomeno del Luminous Fast Blue Optical Transient (LFBOT) monitorato in un modo nuovo e che ha dimostrato di avere un comportamento insolito. Gli LFBOT sono eventi rari ed estremamente potenti – più potenti di una supernova – che si evolvono in pochi giorni, svanendo rapidamente. Tuttavia, questo LFBOT in particolare ha continuato a causare esplosioni con energie simili a quelle di una supernova per molte volte, ben dopo la sua esplosione iniziale e la sua dissolvenza. Un evento mai osservato prima, dicono gli astronomi.

Cosa sappiamo

Quando gli LFBOT esplodono, emettono più energia di un’intera galassia con centinaia di miliardi di stelle come il Sole. Il meccanismo alla base di questa enorme quantità di energia è attualmente sconosciuto. L’evento LFBOT, che si è verificato il 7 settembre 2022, è sconcertante. Infatti questa volta la sorgente osservata invece di svanire come ci si aspetterebbe si è brevemente illuminata di nuovo, e per svariate volte ancora! Questi fenomeni sono già di per sé eventi strani e quindi questo caso particolare risulta ancor più inspiegabile. Spinge i limiti della fisica a causa della sua estrema produzione di energia, ma anche a causa delle esplosioni di breve durata.

Esplosioni
Credit: Philip Drury, University of Sheffield

Stella di neutroni o buco nero?

Sappiamo che la luce viaggia a velocità finita. Dunque, la velocità con cui una sorgente può esplodere e svanire limita le dimensioni di quest’ultima, il che significa che tutta questa energia viene generata da una fonte relativamente piccola. La teoria attuale è che un buco nero o una stella di neutroni stia accrescendo un’immensa quantità di materia causando queste intense esplosioni. E’ ancora tutto da capire e confermare. Le osservazioni continuano e coinvolgono ben 15 osservatori in tutto il mondo. Con le osservazioni della lunghezza d’onda visiva di Keck coordinate per avvenire simultaneamente alle osservazioni a raggi X effettuate dal telescopio spaziale Chandra della NASA si continua a monitorare tale fenomeno sia per capirne l’origine che per comprenderne la diffusione nell’universo.

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