Gli astronomi continuano lo studio delle bolle giganti di gas che si estendono al di sopra e al di sotto del centro della Via Lattea. L’ultima ricerca

Gli astronomi hanno scoperto nuove prove sulle proprietà delle bolle giganti di gas ad alta energia che si estendono molto al di sopra e al di sotto del centro della Via Lattea. In uno studio recentemente pubblicato su Nature Astronomy, un team guidato da scienziati della Ohio State University è stato in grado di dimostrare che i gusci di queste strutture, soprannominate “bolle di eRosita” dopo essere state trovate dal telescopio a raggi X eRosita, sono più complesse di quanto era stato pensato precedentemente. Sebbene abbiano una sorprendente somiglianza nella forma con le bolle di Fermi, le bolle di eRosita sono più grandi e più energiche. Conosciute come “bolle galattiche” a causa delle loro dimensioni e posizione, offrono un’opportunità per studiare la storia della formazione stellare e rivelare nuovi indizi su come è nata la Via Lattea. Queste bolle esistono nel gas che circonda le galassie, un’area chiamata mezzo circumgalattico.

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Via Lattea
La Via Lattea. Credit: Daniele Gasparri

Precedenti studi avevano ipotizzato che queste bolle fossero riscaldate dallo shock del gas mentre soffiava verso l’esterno dalla galassia, ma i risultati principali di questo studio suggeriscono che la temperatura del gas all’interno delle bolle non è significativamente diversa dall’area al di fuori di essa. Inoltre, lo studio dimostra che queste bolle sono così luminose perché sono piene di gas estremamente denso. Gli scienziati hanno fatto la loro analisi utilizzando le osservazioni fatte dal satellite Suzaku, una missione collaborativa tra la NASA e l’Agenzia giapponese perl’esplorazione aerospaziale. Analizzando 230 osservazioni d’archivio effettuate tra il 2005 e il 2014, i ricercatori sono stati in grado di caratterizzare l’emissione diffusa, la radiazione elettromagnetica da gas a bassissima densità, delle bolle galattiche, così come degli altri gas caldi che le circondano. 

Come si sono formate

Poiché il team ha trovato un’abbondanza di rapporti neon-ossigeno e magnesio-ossigeno non solari nei gusci, i loro risultati suggeriscono fortemente che le bolle galattiche siano state originariamente formate dall’attività nucleare di formazione stellare o dall’iniezione di energia da parte di stelle massicce e di altro tipo di fenomeni astrofisici, piuttosto che attraverso le attività di un buco nero supermassiccio. Per indagare ulteriormente sulle implicazioni che la loro scoperta potrebbe avere per altri aspetti dell’astronomia, il team spera di utilizzare nuovi dati provenienti da altre imminenti missioni spaziali per continuare a caratterizzare le proprietà di queste bolle, oltre che a lavorare su nuovi modi per analizzare i dati che già hanno.

Fonte: The Ohio State University

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