Il 17 aprile 2021 si verificò una gigantesca tempesta solare osservata da cinque veicoli spaziali contemporaneamente. Ecco cosa accadde

Il 17 aprile 2021 è stato un giorno come qualsiasi altro sul Sole, finché non è scoppiato un bagliore e un’enorme tempesta solare è stata rilasciata dalla nostra stella. Tali esplosioni dal Sole non sono insolite, ma questa ha scagliato protoni ed elettroni ad alta velocità a velocità prossime a quella della luce, colpendo diversi veicoli spaziali attraverso il sistema solare interno.

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Cosa è successo

Credit: NASA

In effetti, è stata la prima volta che protoni ed elettroni ad alta velocità – chiamati particelle energetiche solari (SEP) – sono stati osservati da veicoli spaziali in cinque posizioni diverse e ben separate tra il Sole e la Terra, nonché da satelliti in orbita attorno a Marte. I dati raccolti di questa tempesta solare stanno rivelando che ci sono SEP potenzialmente pericolosi anche per l’uomo. Cerchiamo di capirci di più.

Cosa sono queste misteriose particelle

“I SEP possono danneggiare la nostra tecnologia, come quella dei satelliti, e disturbare il GPS”, ha affermato Nina Dresing del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Turku, in Finlandia. “Inoltre, gli esseri umani nello spazio o anche sugli aerei che percorrono rotte polari possono subire radiazioni dannose durante questi forti eventi SEP”.

Scienziati come Dresing sono ansiosi di scoprire da dove provengono esattamente queste particelle – e cosa le spinge a velocità così elevate – per imparare meglio come proteggere le persone e la tecnologia dai futuri pericoli. Dresing ha guidato un team di scienziati che hanno analizzato quali tipi di particelle hanno colpito ciascun veicolo spaziale e quando. Il team ha pubblicato i suoi risultati sulla rivista Astronomy & Astrophysics.

I risultati dello studio su questa tempesta solare

Il team ha concluso che gli elettroni sono stati probabilmente spinti nello spazio rapidamente da un brillamento solare. I protoni sono stati spinti più lentamente. Probabilmente da un’onda d’urto proveniente dalla nube di materiale solare o da un’espulsione di massa coronale.

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