Individuata una probabile “nova” nella galassia di Andromeda, risultato delle attività di ricerca condotte dal progetto Virtual Telescope Project a Manciano (GR), sotto il cielo più buio e stellato dell’Italia peninsulare

La sera del 1 ottobre, gli strumenti altamente tecnologici del Virtual Telescope Project, sotto il controllo del direttore scientifico e fondatore, l’astrofisico Gianluca Masi, hanno registrato un debole astro tra i bracci della galassia di Andromeda, a circa 2 milioni di anni luce dalla Terra. L’oggetto celeste, individuato grazie al confronto con un’immagine della stessa galassia ottenuta una settimana prima (dove non appariva), è stato subito sottoposto ad accurate verifiche, che hanno confermato che si trattava di un transiente mai segnalato prima.

Ulteriori controlli, effettuati su immagini di archivio particolarmente profonde, non hanno consentito di individuare una controparte quiescente del transiente, supportando fortemente la sua collocazione all’esterno della Via Lattea, ovvero nella galassia di Andromeda, nel caso specifico una nova.

Nova, Andromeda stella esplosa
Modello di sistema binario con nana bianca che sottrae materia alla compagna. Credit: NASA/CXC/M.Weiss

Le novae

Le novae sono oggetti di primario interesse astrofisico, costitute da sistemi binari stretti, di cui una delle componenti è una nana bianca. Quest’ultima, stadio evolutivo finale di stelle simili al Sole, riceve materia dalla compagna, accumulandolo sulla regione esterna della propria struttura. A lungo andare, pressione e temperatura di questo strato aumentano, fino all’innesco di una violenta reazione di fusione nucleare. Proprio l’energia liberata da queste reazioni produce uno straordinario aumento di luminosità del sistema e contribuisce a disperdere l’accumulo di gas. In questa fase, la luminosità aumenta di decine di migliaia di volte, consentendo la visione di eventi simili anche da molto lontano, come in questo caso. Un’apparizione repentina, dunque, apparentemente una stella “nuova”, da cui l’antico nome di nova per questi astri.

Una scoperta non casuale in Andromeda

La scoperta non è casuale. Dall’inizio di agosto, il Virtual Telescope Project ha avviato un’attività di costante monitoraggio delle due grandi galassie a noi più vicine: quella di Andromeda (Messier 31) e quella del Triangolo (Messier 33), al fine di individuare astri dalla luminosità cangiante in quelle zone del cielo. Una ricerca che nelle scorse settimane aveva già dato frutti importanti, come la scoperta di due nuove stelle variabili nella regione occupata da Messier 33. Ora arriva la prestigiosa scoperta di una nova nella Grande Galassia di Andromeda. Ecco il video:

Credit: Gianluca Masi / Virtual Telescope Project

Determinante il cielo scuro di Manciano

Il successo di queste ricerche non dipende solo dalla raffinatezza degli strumenti scientifici utilizzati e dalla perizia dello staff scientifico. Determinante, infatti, è la qualità del cielo del luogo, Manciano, Maremma grossetana, il più puro, buio e stellato della penisola (qui petizione per salvarlo). L’assenza di inquinamento luminoso permette alle tecnologie impiegate di catturare anche i corpi celesti più elusivi, che da altri luoghi del Paese non sarebbero affatto visibili, a parità di strumenti. Ciò garantisce osservazioni e misurazioni particolarmente preziose e significative per la scienza. Un cielo, quello di Manciano, oggi protagonista di un’iniziativa di sensibilizzazione per la sua messa in sicurezza proprio sotto il profilo dell’inquinamento luminoso, per preservare l’ultima oasi davvero stellata dello Stivale, facilmente accessibile.

Lo strumento utilizzato per la scoperta.
Lo strumento utilizzato per la scoperta.
La nova
La nova

La grande attività del Virtual Telescope Project

Il Virtual Telescope Project dedica molta della propria attività scientifica anche all’osservazione degli asteroidi che transitano nei pressi della Terra, contribuendo regolarmente al calcolo e al perfezionamento delle loro orbite. Per questo esso fa parte dell’International Asteroid Warning Network, che coordina importanti attività di difesa planetaria sotto gli auspici dell’ONU. Altrettanto importante è l’attività di comunicazione della scienza svolta dal Virtual Telescope Project che, attraverso l’originale formato della condivisione in diretta delle sessioni osservative, consente ogni anno a milioni di persone in tutte il mondo di esplorare l’universo e seguire i più importanti eventi astronomici.

Fonte, comunicato stampa Virtual Telescope Project di Gianluca Masi