Grazie ai dati del telescopio spaziale James Webb, gli astrofisici hanno scoperto una galassia contenente quantità sorprendenti di metalli.
Grazie alle osservazioni del James Webb, gli astrofisici hanno trovato una quantità sorprendente di metallo in una galassia nata solo 350 milioni di anni dopo il Big Bang. L’origine dei primi metalli dell’Universo è una questione controversa in astrofisica. Poco dopo il Big Bang, l’Universo era costituito quasi interamente da idrogeno, il più semplice degli elementi. C’era un po’ di elio, ancor meno di litio, e forse una quantità infinitesimale di berillio. Se ci pensi, quando guardi la tavola periodica degli elementi, quelli sono i primi quattro.
Quantità sorprendenti di metalli
In astronomia tutti gli elementi più pesanti dell’idrogeno e dell’elio sono chiamati metalli. I metalli vengono prodotti nelle stelle e in nessun altro luogo (ad eccezione della piccola quantità prodotta dal Big Bang stesso). Tracciare la formazione dei metalli dell’Universo dal Big Bang a oggi è una delle ricerche fondamentali in astrofisica.
La scoperta del James Webb
Un team di ricercatori ha esaminato una galassia solo 350 milioni di anni dopo il Big Bang e ha trovato carbonio. Potrebbero aver trovato anche ossigeno e neon, tutti considerati metalli in astronomia. I risultati sono contenuti in un nuovo articolo intitolato “JADES: Carbon Enrichment 350 Myr after the Big Bang in a gas-rich galaxy”. L’autore principale è Francesco D’Eugenio, astrofisico post-doc presso il Kavli Institute for Cosmology di Cambridge.
Cosa implica per l’astrofisica
Questa nuova ricerca si basa su una galassia vicina all’Alba Cosmica, l’era primordiale dell’Universo. Quando i ricercatori hanno studiato le osservazioni del James Webb, hanno scoperto una quantità inaspettata di carbonio nella galassia. Si trova nel mezzo interstellare (ISM) o chiamato circumgalattico (CGM). “Questa è la rilevazione più distante di una transizione metallica e la determinazione più distante dello spostamento verso il rosso tramite linee di emissione”, spiegano. È anche la “prova più lontana di arricchimento chimico” trovata fino ad oggi.
Riferimenti: Universe Today