La missione che consacrò Neil Armstrong e David Scott

Il Programma Gemini è stato, dopo il Mercury, il secondo programma spaziale della NASA. Poteva trasportare due uomini e aveva il compito di sperimentare tutte le tecnologie e procedure per la conquista della Luna, il futuro Apollo Project.

Gemini aveva il compito di testare, per la prima volta, il GGC (Gemini Guidance Computer) che sarebbe poi stato sviluppato e trasformato in AGC (Apollo Guidance Computer) per governare le missioni lunari.

Schema del GGC (Gemini Guidance Computer)
Credit: http://en.wikichip.org/wiki/File:Gemini_Guidance_Computer_Panels.png

Gli obbiettivi di missione

Il Programma Gemini doveva testare le prime EVA (attività extraveicolare, manovre di depressurizzazione e pressurizzazione della cabina nel vuoto), manovre orbitali, tra cui rendez-vous (appuntamento in orbita con altri veicoli) e il docking (aggancio con altri veicoli).

Ed White e la sua EVA, la prima passeggiata spaziale fatta da un americano statunitense.
Credit: NASA


Il docking poteva essere tra due capsule Gemini o con ATV ( Agena Target Vehicle), una navicella automatizzata dotata di un motore che poteva essere riacceso e comandato dagli astronauti, consentendo di accedere ad orbite molto più alte.

Gemini VIII

Gemini 8 è stato il “battesimo del fuoco” per Neil Armstrong e David Scott.
La missione prevedeva vari esperimenti, tra cui una EVA di 90 minuti (per testare la tuta nel lato in ombra della Terra) e il primo aggancio in orbita con l’Agena.

ATV ( Agena Target Vehicle)
Credit: NASA


La Gemini 8 fu lanciata 100 minuti dopo l’Agena, e in circa sei ore di manovre orbitali il docking fu completato con successo.
La capsule accoppiate dovevano fare una esercitazione di rotazione per testare la resistenza meccanica dell’accoppiata, sempre in vista delle future manovre dell’Apollo in orbita lunare.

Comincia l’incubo di Gemini VIII

Il logo di missione
Credit: Nasa


Durante la manovra, gli astronauti scoprirono che non avevano più controllo sulla rotazione, pensando a un difetto dell’Agena, si staccarono ma, invece di risolvere il problema, Gemini 8 cominciò a girare su sé stessa, e sempre più velocemente: furono raggiunti i limiti strutturali della nave e della resistenza fisica dei piloti (una rotazione al secondo).

In quel momento Armstrong decise di disattivare l’Orbit Attitude and Maneuvering System (OAMS), e attivò il Reaction control system (RCS), si scoprì, posteriormente, che un ugello dell’ OAMS era difettoso ed era rimasto aperto.

Schema della capsula Gemini.
Credit: NASA

Dopo aver ripreso il controllo della capsula, era obbligatorio fare rientro immediato ma, la sede prevista per l’ammaraggio (Oceano Atlantico) era giá in piena notte, quindi Gemini VIII fu fatta rientrare nel Pacifico e i piloti furono recuperati da un equipaggio partito da Okinawa, in Giappone.

Scott e Armstrong al momento del recupero nell’oceano Pacifico.
Credit: NASA

Il sangue freddo

Non ci sono fonti certe, ma molti addetti ai lavori sostengono che la freddezza e abilità tecnica in condizioni critiche, fu il motivo principale per la scelta di Armstrong per essere il primo uomo a mettere piede sulla Luna.

Anche Scott non fu da meno: fu protagonista con Apollo 9 e comandante con Apollo 15.

Only the Brave

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