È una conseguenza della teoria della relatività generale di Einstein. Proviamo a spiegarlo nel modo più chiaro e semplice possibile

Uno dei momenti cruciali di Interstellar vede i protagonisti arrivare su un pianeta interamente ricoperto d’acqua, il pianeta di Miller. Chiamato così dall’astronauta Laura Miller, mandata insieme ad altri astronauti attraverso il wormhole, anni prima, per cercare un altro pianeta abitabile. I nostri protagonisti, quindi, vanno sul suo pianeta per recuperarla, dato che era una dei pochi (tre, insieme a Edmunds e Mann) che ancora trasmetteva (e quindi avrebbe potuto essere ancora viva). E fin qui tutto bene. Ah, su Miller vanno Cooper, Doyle e Brand, mentre Romily rimane sull’Endurance, questo è un dettaglio da non dimenticare.

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Lo slittamento temporale in Interstellar

Nel film c’è un’estrema dilatazione temporale perché il pianeta orbita molto vicino al buco nero Gargantua. Il tempo scorre molto più lentamente su questo pianeta a causa dell’immensa massa del buco nero. Ritornando ad Einstein, questa è una conseguenza della sua seconda scoperta rivoluzionaria, la Teoria della Relatività Generale. Einstein stabilì che esiste una connessione naturale tra massa, gravità, spazio e tempo: la massa genera una curvatura nello spazio-tempo e la gravità è una conseguenza di tale curvatura.

Non solo la massa

Quindi, non solo la massa influenza lo spazio, ma anche il tempo si muove più lentamente con l’aumento della forza gravitazionale. La dilatazione del tempo vicino ai buchi neri, che sono incredibilmente densi e hanno enormi forze gravitazionali, sarà quindi grande. Ecco perché ogni ora trascorsa su Miller equivale a sette anni sulla Terra. Interstellar rivela che Cooper e la sua squadra hanno trascorso ventitré anni, quattro mesi e otto giorni nel tempo terrestre sul pianeta di Miller, suggerendo che siano rimasti laggiù all’incirca solo per tre ore e diciassette minuti.

Interstellar pianeta di Miller
Un scena del film

Secondo l’ora della Terra, Laura Miller arrivò sul pianeta acquatico anni prima di Cooper e gli altri. Tuttavia, a causa dell’effetto di dilatazione del tempo, morì solo pochi minuti prima che Cooper e il suo equipaggio arrivassero sul pianeta. Questo rende la morte di Miller ancora più tragica. In conclusione, il passare del tempo non è costante e dipende interamente dal sistema di riferimento dell’osservatore.

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