Gli scienziati lo hanno determinato analizzando i resti dei pesci morti subito dopo l’impatto. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Circa 66 milioni di anni fa, l’asteroide Chicxulub si schiantò sulla Terra, in quella che oggi è la penisola dello Yucatán in Messico, segnando la scomparsa dei dinosauri e la fine del Cretaceo. Questa estinzione di massa lascia ancora perplessi gli scienziati oggi, poiché fu una delle più selettive nella storia della Terra: tutti i dinosauri non aviari, gli pterosauri, le ammoniti e la maggior parte dei rettili marini scomparvero, mentre sopravvissero mammiferi, uccelli, coccodrilli e tartarughe.

Le risposte nelle ossa dei pesci

L’estinzione dei dinosauri. Credit: Pixabay

Quando la roccia spaziale colpì la Terra, scosse la placca continentale e provocò enormi tsunami che si diffusero per tutto il pianeta. I primi a farne le spese furono i pesci e oggi, nel Nord Dakota (Stati Uniti) c’è un ecosistema di fossili che comprende moltissime “vittime dirette” dell’evento. Gli scienziati hanno utilizzato un acceleratore di particelle che produce i raggi X più luminosi del mondo, con campioni delle ossa di quei pesci.

La scoperta sull’estinzione dei dinosauri

Le scansioni a raggi X hanno mostrato la distribuzione, la forma e le dimensioni delle cellule ossee, che come è noto cambiano con le stagioni. “In tutti i pesci studiati, la densità e i volumi delle cellule ossee indicano se era primavera, estate, autunno o inverno. Abbiamo visto che sia la densità che i volumi delle cellule erano in aumento ma non avevano ancora raggiunto il picco durante l’anno della morte, il che implica che la crescita si è interrotta bruscamente in primavera”, ha detto Dennis Voeten, ricercatore dell’Università di Uppsala.

La morte dei dinosauri arrivò in primavera

Parallelamente, il team ha effettuato l’analisi degli isotopi di carbonio per rivelare l’alimentazione annuale dei pesci. La disponibilità di zooplancton oscillava stagionalmente e raggiungeva il picco in estate. Questo aumento temporaneo dello zooplancton ingerito ha arricchito lo scheletro del pesce con l’isotopo di carbonio 13 C, più pesante rispetto all’isotopo di carbonio 12 C. “Il segnale dell’isotopo di carbonio nel record di crescita di questo sfortunato pesce spatola conferma che la stagione dell’alimentazione non era ancora giunta al culmine: la morte è arrivata in primavera”, concludono gli scienziati.

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