Secondo la teoria di alcuni fisici, siamo relegati ai margini di un buco nero in un universo molto più grande.

Secondo alcuni fisici, viviamo in un universo olografico dove tutto ciò che vediamo e percepiamo è codificato ai confini del nostro universo. Non solo, perché questa teoria potrebbe implicare che il nostro universo si trovi all’interno di un buco nero di un universo più grande. I buchi neri, formati dal collasso di stelle massicce, sono aree dello spazio dove la gravità è così forte che nemmeno la luce può sfuggire loro.

Advertisement
Banner Plus

Ci troviamo all’interno di una singolarità?

Nella relatività generale, un buco nero impedisce a qualsiasi particella o forma di radiazione di fuoriuscire dalla sua morsa”, spiega l’astrofisico francese Jean-Pierre Luminet. “Per un osservatore esterno, quando un corpo materiale attraversa l’orizzonte degli eventi, tutte le informazioni riguardo le sue proprietà ‘materiali’ vanno perdute. Rimangono solo i nuovi valori di M [massa], J [momento angolare] e Q [carica elettrica]. Di conseguenza, un mostro di queste dimensioni ingoia un’enorme quantità di informazioni” ha aggiunto.

I buchi nero emettono radiazioni

Se un buco nero ha massa (e ne ha molta), allora dovrebbe avere una temperatura secondo la prima legge della termodinamica e, in linea con la seconda legge della termodinamica, dovrebbe irradiare calore. Stephen Hawking ha dimostrato che i buchi neri emettono radiazione – la famosa radiazione di Hawking – formata al confine di un mostro cosmico. In altre parole, per Hawking non tutte le informazioni che riguardano un oggetto inghiottito da un buco nero vanno perdute.

L’universo stesso potrebbe essere un buco nero

Alcuni fisici sostengono che l’universo stesso potrebbe essere un gigantesco mostro cosmico, dove tutti i processi avvengono al confine e ciò che osserviamo emerge da queste interazioni. È un’idea folle, direte voi, ma ci sono alcune ragioni per prenderla sul serio. Per prima cosa, affinché il modello funzioni, il raggio di Hubble dell’universo – il raggio del nostro universo osservabile – deve essere uguale al suo raggio di Schwarzschild, o alla dimensione del buco nero che si creerebbe se tutta la materia al suo interno fosse condensata in un unico punto. Queste due cifre sono, infatti, sorprendentemente vicine.

Fonte