Irene De Blasi, trentenne di Lecce, è stata insignita del premio “Iau Phd” per la tesi di dottorato in astronomia. Ecco tutti i dettagli.

Come riporta Lecce Prima, Irene De Blasi è una giovane dottoressa salentina. Dopo essere approdata a Torino, è ricercatrice del Dipartimento di matematica dell’Università piemontese. Nei giorni scorsi ha ricevuto un importante riconoscimento per la sua tesi di dottorato in astronomia intitolata “Dynamics and stability in celestial mechanics: from galactic billiards to Nekhoroshev estimates”. Questo premio riconosce gli eccezionali risultati scientifici degli studenti di dottorato in astronomia di tutto il mondo. Ognuna delle nove divisioni della “Iau” assegna un premio al candidato che ritiene abbia svolto il lavoro più notevole nell’anno precedente.

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Chi è e da dove arriva Irene De Blasi

Credit: unsplash e Facebook/Irene De Blasi

Di Irene De Blasi ne aveva parlato anche il Corriere della Sera in un articolo su cinque ventenni che salveranno l’Italia. Neanche trentenne, leccese, ricercatrice dell’Università di Torino, da aprile fa parte della prestigiosa EMS Young Academy (EMYA). Si tratta del meglio dell’European Mathematical Society, destinata a raccogliere le migliori menti della matematica europea tra le giovani generazioni (30 componenti in tutta Europa). Irene, che ha un compagno accademico, nel campo dell’astrofisica, ha frequentato la triennale all’Università del Salento, si è spostata a Roma Tor Vergata per la magistrale (laureandosi nel 2019 con una tesi sulla stabilità dei satelliti in orbita intorno alla Terra) e, infine, a Torino per il dottorato, prima con un assegno di ricerca, poi con un posto di ricercatrice di tipo A.

Di cosa parla la sua tesi

«Mia nonna dice sempre che faccio la meccanica delle stelle… La mia tesi era legata a una branca particolare della matematica che si occupa di dare risultati legati alla dinamica dei corpi celesti utilizzando sistemi matematici che vorrebbero modellizzare il moto di un corpo all’interno di una galassia ellittica con un buco nero al centro. Sono tutte ricerche inedite». Da quest’anno – riporta ancora il Corriere – è titolare di cattedra. «Si lavora tanto. 9-18 fisso, ma se ci sono scadenze anche il sabato e la domenica, e pure la notte. Ma sono felice di essere rimasta in Italia. Il mio gruppo di lavoro è super dinamico!» dice orgogliosa Irene.

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