Il metallo terbio è stato trovato per la prima volta nell’atmosfera di un esopianeta, il più caldo della Via Lattea conosciuto

KELT-9 b è l’esopianeta più caldo della Via Lattea, in orbita attorno alla sua stella distante circa 670 anni luce dalla Terra. Il corpo celeste, con una temperatura media di ben 4.000 gradi Celsius, sin dalla sua scoperta nel 2016 ha entusiasmato gli astronomi di tutto il mondo. Il nuovo studio pubblicato su Astronomy & Astrophysics rivela scoperte sull’atmosfera rovente di questo esopianeta. Il terbio è un metallo raro che appartiene ai cosiddetti lantanoidi. La sostanza fu scoperta nel 1843 dal chimico svedese Carl Gustaf Mosander nella miniera di Ytterby nell’arcipelago di Stoccolma. La sostanza è molto rara in natura e il 99 percento della produzione mondiale di terbio avviene oggi nel distretto minerario di Bayan Obo nella Mongolia interna.

Rappresentazione artistica dell'esopianeta
Rappresentazione artistica dell’esopianeta. Credit: Bibiana Prinoth

La maggior parte degli esopianeti viene scoperta dagli astronomi che misurano la luminosità delle stelle. Quando un esopianeta passa davanti alla sua stella, la luminosità della stella diminuisce (metodo del transito). Grazie al loro metodo di misurazione avanzato, i ricercatori sono riusciti a filtrare i segnali dominanti nell’atmosfera di KELT-9 b. Questo apre la possibilità di scoprire di più sulle atmosfere di altri esopianeti. Gli esopianeti sono pianeti che si trovano in sistemi solari diversi dal nostro. La prima scoperta confermata è stata fatta nel 1992, di un esopianeta in orbita attorno a una stella di neutroni. Tre anni dopo fu scoperto il primo esopianeta in orbita intorno ad una stella simile al Sole. Da allora sono stati registrati oltre 5.000 esopianeti. L’esistenza di esopianeti solleva spesso interrogativi sulla possibilità della vita in altre parti dell’universo. Rilevare elementi pesanti nelle atmosfere di esopianeti ultra caldi è un altro passo verso l’apprendimento di come funzionano le atmosfere dei pianeti. Più conosciamo questi pianeti, maggiori sono le possibilità che abbiamo di trovare la Terra 2.0 in futuro.

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