Il Solar Orbiter dell’ESA potrebbe aver scoperto perché l’atmosfera esterna del Sole è così calda. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Il 3 marzo dell’anno scorso, a pochi mesi dall’inizio della missione Solar Orbiter, uno degli strumenti a immagini ultraviolette montati sul veicolo spaziale ci ha mostrato per la prima volta un fenomeno magnetico che si stava verificando sulla superficie del Sole. Un anno fa la sonda si trovava ancora a metà strada fra la Terra e il Sole, ma gli scienziati sono riusciti a capire di cosa si trattasse: riconnessione magnetica del Sole, un altro passo verso la soluzione di un mistero vecchio ottant’anni!

La riconnessione magnetica

La riconnessione magnetica si verifica quando un campo magnetico si trasforma e diventa più “stabile”. È un meccanismo fondamentale che prevede il rilascio di energia nei gas surriscaldati noti come plasma e si ritiene sia il meccanismo principale che genera le eruzioni solari. Questo lo rende il principale indiziato per spiegare il misterioso riscaldamento dell’atmosfera esterna del Sole.

È noto fin dagli anni ’40 che l’atmosfera esterna del Sole, chiamata corona, è molto più calda della sua superficie. Ma mentre in superficie ci sono circa 5.500 °C, la corona è formata da un gas rarefatto di circa 2 milioni di °C. Da allora, il modo in cui il Sole immette energia nell’atmosfera per riscaldarla è stato un grande enigma per gli scienziati.

Le osservazioni del Solar Orbiter hanno confermato che è proprio questa riconnessione magnetica a trasferire massa ed energia alla corona, contribuendo a riscaldarla.

Riferimenti: ESA

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