Il South Pole Wall è la più vicina e massiccia struttura mai scoperta: si estende per 1,37 miliardi di anni luce. Un immenso muro cosmico: il video

L’Universo non è solo una dispersione casuale di galassie sparse in un vuoto in espansione. Più guardiamo vicino e più vediamo che ci sono strutture alcune delle quali sono vasti raggruppamenti e ammassi di galassie legate gravitazionalmente. Una struttura del genere è stata appena scoperta: è un colosso, che si estende per 1,37 miliardi di anni luce da un capo all’altro. I suoi scopritori lo hanno chiamato “il muro del Polo Sud” (South Pole Wall). Le sue dimensioni sono notevoli: è una delle strutture più grandi nello spazio che abbiamo osservato e sappiamo esattamente cos’è. È un filamento di galassie, un’enorme raggruppamento di galassie che forma un confine tra gli spazi dei vuoti cosmici (insieme formano la rete cosmica).

Altri muri oltre questo

South Pole Wall
Mappa della posizione del South Pole Wall. Credit: Pomarède et al., ApJ, 2020

Sono noti altri muri addirittura più grandi. Il più grande è la Grande Muraglia Hercules-Corona Borealis, che copre 9,7 miliardi di anni luce. Ma il South Pole Wall è speciale perché è molto vicino alla Via Lattea: si trova a “soli” 500 milioni di anni luce di distanza. In altre parole, è la più vicina struttura massiccia mai osservata. Come siamo riusciti a non osservarlo fino ad ora (su Laniakea) visto che è uno dei più vicini e grandi filamenti di galassie nell’Universo? C’è una risposta a questa domanda: il South Pole Wall era nascosto dietro ciò che gli astronomi chiamano la “Zona di Oscuramento Galattico“, il piano galattico della Via Lattea. Questo è il disco della nostra galassia, una regione densa e luminosa con polvere, gas e stelle. E’ così densa e luminosa che oscura gran parte di ciò che sta dietro, rendendo quella regione dell’Universo scarsamente visibile.

Il South Pole Wall potrebbe avere interessanti implicazioni cosmologiche, influenzando il tasso di espansione dell’Universo locale. Questo può o meno avere un ruolo nella “tensione di Hubble”, la differenza tra il tasso di espansione nell’universo locale e il tasso di espansione nell’universo primordiale. Può anche aiutarci a capire l’evoluzione del nostro angolo di spazio locale, che comprende Laniakea, il supercluster delle galassie a cui appartiene la Via Lattea, scoperto anche da Pomarède e dai suoi colleghi (guidato da Brent Tully dell’Università delle Hawaii a Manoa) nel 2014.

Immagine di copertina credit TNG Collaboration

Riferimenti:

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