L’osservatorio spaziale IXPE ha permesso di mappare per la prima volta la struttura del campo magnetico della Nebulosa del Granchio.

In un recente studio pubblicato su Nature Astronomy, è stata mostrata una storica nebulosa come mai vista prima. Con i dati provenienti dall’Imaging X-ray Polarimetry Explorer (IXPE) della NASA, un gruppo di ricerca ha realizzato una mappa dettagliata del campo magnetico della Nebulosa del Granchio, situata a circa sei mila anni luce e mezzo di distanza dalla Terra.

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Cosa abbiamo scoperto

Immagine della Nebulosa del Granchio ottenuta combinando i dati dell'IXPE in magenta e dell'Osservatorio a raggi X Chandra della NASA in viola scuro. Crediti: X-ray (IXPE: NASA), (Chandra: NASA/CXC/SAO) Image processing: NASA/CXC/SAO/K. Arcand & L. Frattare.
Immagine della Nebulosa del Granchio ottenuta combinando i dati dell’IXPE in magenta e dell’Osservatorio a raggi X Chandra della NASA in viola scuro. Crediti: X-ray (IXPE: NASA), (Chandra: NASA/CXC/SAO) Image processing: NASA/CXC/SAO/K. Arcand & L. Frattare.

La Nebulosa del Granchio è parte del residuo di una supernova risalente al 1054. Al centro di questa esplosione è rimasto, invece, un corpo celeste particolarmente compatto che prende il nome di pulsar del Granchio. Si tratta di una stella che concentra circa due masse solari entro un diametro paragonabile alle dimensioni medie della città di Roma. Da questa pulsar provengono i cosiddetti ‘venti’, composti da plasma accelerato a velocità relativistiche da un campo magnetico in rapida rotazione, che generano onde d’urto nel mezzo interstellare circostante.

Per una migliore comprensione di un’ambiente così estremo, è stata misurata la polarizzazione dei raggi X emessi dalla nebulosa con maggior precisione rispetto al passato. La polarizzazione, infatti, fornisce indizi circa la direzione delle linee di campo magnetico. A sua volta, la geometria del campo determina come le particelle cariche, costituenti il suddetto plasma, vengono accelerate a velocità prossime a quelle della luce.

I dati forniti da IXPE mostrano che il campo magnetico della Nebulosa del Granchio, con una forma toroidale (a mo’ di ciambella), assomiglia a quello della nebulosa che circonda invece la famosa pulsar della Vela. Ma la distribuzione delle turbolenze nel campo della prima nebulosa sono risultate più irregolari e asimmetriche del previsto.

L’alta risoluzione di IXPE ha inoltre consentito la distinzione dell’emissione proveniente dalla pulsar da quella della nebulosa. I risultati suggeriscono che i raggi X hanno origine nella regione del campo magnetico esterno, anche se non si sa ancora esattamente dove e in che modo.

Fonte: NASA.

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