Come “teoria”, una delle parole più importanti della scienza, ha un significato molto diverso da quello che usiamo ogni giorno
Chi si occupa di comunicazione scientifica si trova spesso a dover affrontare un ostacolo apparentemente banale ma sorprendentemente insidioso: il diverso significato che alcune parole assumono nel linguaggio comune rispetto a quello che hanno nel contesto scientifico. Termini come “ipotesi”, “legge”, “modello”, “naturale” e “significativo”, hanno un significato tecnico preciso che può essere molto diverso dall’uso quotidiano. Tra queste, la parola “teoria” è probabilmente quella che genera i fraintendimenti più frequenti e problematici.
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Non tutte le “teorie” sono uguali
Nel linguaggio di tutti i giorni, quando qualcuno dice di “avere una teoria” generalmente intende esprimere un’intuizione, un’ipotesi non verificata o una semplice supposizione. Come quando si hanno “teorie” sul finale di una serie TV o sul perché la nostra squadra del cuore ha perso una partita. Ma in ambito scientifico, una teoria è qualcosa di profondamente diverso: è una spiegazione complessa e verificata di un fenomeno naturale, basata su numerose osservazioni, esperimenti e previsioni confermate.
Kenneth R. Miller, biologo cellulare della Università Brown, lo spiega in modo molto chiaro: “Nella scienza, la parola teoria non viene utilizzata alla leggera. Non significa una supposizione o un’intuizione. Una teoria è un sistema di spiegazioni che mette insieme un’ampia serie di fatti, non solo spiegandoli ma anche prevedendo cosa si dovrebbe trovare da altre osservazioni ed esperimenti”.
Come nasce una teoria scientifica
Il percorso che porta alla formulazione di una teoria scientifica è lungo e rigoroso. Tutto inizia con delle osservazioni, seguito da ipotesi preliminari, molte delle quali vengono rapidamente scartate quando confrontate con nuovi dati. Le ipotesi che sopravvivono a questo primo vaglio devono poi fare qualcosa di fondamentale: prevedere risultati che possono essere verificati attraverso ulteriori osservazioni ed esperimenti. Come ha efficacemente sintetizzato il fisico Richard Feynman: “Non importa quanto sia bella la tua teoria, non importa quanto tu sia intelligente. Se non concorda con l’esperimento, è sbagliata”.
Quando le teorie evolvono
Un altro equivoco comune è che quando una teoria scientifica viene “superata”, tutto quello che sapevamo prima diventa improvvisamente sbagliato. In realtà, le teorie precedenti vengono solitamente inglobate in quelle nuove come casi particolari, spesso validi entro certi gradi di approssimazione.
È quello che è successo, per esempio, con le leggi del moto di Newton: non sono state “rovesciate” dalla teoria della relatività di Einstein, ma sono state incorporate in una visione più ampia e completa della realtà fisica. Come ha scritto lo stesso Einstein: “Non ci può essere destino più giusto per una teoria fisica che indicare la strada verso una teoria più completa nella quale sopravvive come caso limite”.
Per saperne di più:
- “It Is Not Just a Theory… It Is a Theory!“, Chandra X-ray Center (2008).
- ““Just a Theory”: 7 Misused Science Words“, Scientific American (2013).
- “In Science, It’s Never ‘Just a Theory’“, New York Times (2016).