17 esopianeti potrebbero avere oceani di acqua liquida, un ingrediente essenziale per la vita

La ricerca di vita altrove nell’Universo si concentra in genere sugli esopianeti che si trovano nella “zona abitabile” di una stella, cioè ad una distanza in cui le temperature consentono all’acqua di essere presente allo stato liquido. Lo studio della NASA espande la ricerca di vita oltre il nostro sistema solare. Gli scienziati stanno infatti studiando ben 17 esopianeti che potrebbero avere oceani di acqua liquida. E’ stata confermata anche la presenza di alcuni geyser su 2 dei 17 pianeti, sufficientemente vicini da poter essere osservati con i telescopi.

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Esopianeti acqua
Credit: NASA Kepler Mission/Dana Berry

Presenza di vita al di sotto del ghiaccio

Sappiamo però che è possibile che un esopianeta troppo distante e freddo, se ha sufficiente calore interno, abbia un oceano liquido al di sotto della crosta di ghiaccio. Ad esempio nel nostro sistema solare ci sono Europa, una luna di Giove, ed Encelado, una luna di Saturno, che hanno oceani sotterranei perché riscaldati dalle maree dell’attrazione gravitazionale del pianeta e delle lune vicine. Grazie alla quantità di riscaldamento interno che sperimentano, tutti i pianeti che gli scienziati stanno studiando potrebbero anche mostrare eruzioni criovulcaniche sotto forma di pennacchi simili a geyser. Per ospitare la vita però l’acqua non è l’unico ingrediente di cui si ha bisogno, anche se è uno di quelli fondamentali. Sulla Terra conosciamo interi ecosistemi che prosperano nella completa oscurità sul fondo degli oceani vicino alle bocche idrotermali, che forniscono energia e sostanze nutritive.

Immagine di Encelado ripresa da Cassini il 30 novembre 2010. L’ombra del corpo di Encelado sulle porzioni inferiori dei getti è chiaramente visibile. Credit: NASA/JPL-Caltech/Istituto di Scienze Spaziali

Alcuni dettagli ottenuti dallo studio degli esopianeti

I 17 esopianeti confermati sono all’incirca delle stesse dimensioni della Terra anche se meno densi, ciò suggerisce la presenza di notevoli quantità di ghiaccio e acqua invece che di roccia più densa. Sebbene l’esatta composizione dei pianeti sia ancora sconosciuta, le stime iniziali delle loro temperature superficiali indicano che sono molto più freddi della Terra, le loro superfici potrebbero quindi essere ricoperte di ghiaccio. Il team ha anche stimato il riscaldamento interno totale di questi esopianeti utilizzando la forma dell’orbita di ciascun esopianeta per ottenere il calore generato dalle maree e aggiungerlo al calore previsto dall’attività radioattiva. Le stime della temperatura superficiale e del riscaldamento totale hanno fornito lo spessore dello strato di ghiaccio per ogni esopianeta. La ricerca è stata finanziata dal programma Habitable Worlds della NASA, dal programma di astrobiologia dell’Università di Washington e dal Virtual Planetary Laboratory.

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