L’evento è stato di quelli da segnare sul calendario: aurora boreale / SAR visibile in tutta Italia e anche più a Sud. Analizziamo cosa si è visto ad occhio nudo

L’evento è stato di quelli da segnare sul calendario: aurora boreale / SAR visibile in tutta Italia e anche più a Sud. In questo articolo non vogliamo soffermarci su cosa ha prodotto il fenomeno ma su cosa si è visto con gli occhi e con le fotocamere, per fare chiarezza di pareri, commenti e domande su foto e testimonianze oculari.

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In questo articolo, diviso in 3 puntate per non renderlo lunghissimo e impossibile da leggere, cercherò di rispondere a queste domande:

  1. Cosa si è visto a occhio nudo?
  2. Cosa si vedeva in fotografia? (smartphone e fotocamere)
  3. Come si vede l’aurora a occhio nudo in Lapponia paragonata all’evento del 10/11 maggio in Italia?

Iniziamo affrontando la prima domanda.

Cosa si è visto realmente a occhio nudo?

Aurora Boreale
L’aurora come si vedeva a occhio nudo attraverso i miei occhi. Credit: Marco Bastoni

L’occhio umano è progettato per vedere bene di giorno, con la luce del Sole e dunque in condizioni di forte illuminazione. Partiamo subito da qui. Osservate il paesaggio attorno a voi in una notte illuminata dalla Luna Piena (ovviamente senza luci artificiali intorno): li vedete i colori del paesaggio? Vedete i colori dei vostri vestiti? No. Tutto è praticamente in bianco e nero attorno a voi, al più si percepiscono alcune tonalità molto scure e solo di alcuni colori perché l’occhio fatica molto a vederli in condizioni di scarsa illuminazione. Ecco, le luci dell’aurora/SAR vista dall’Italia erano molto più deboli della luce della Luna Piena.

Io ero in condizioni di osservazione non particolarmente favorevoli: quota bassa (100-150m slm) e con l’inquinamento luminoso della Pianura Padana davanti. La presenza delle luci artificiali ha impedito alla mia pupilla di dilatarsi al massimo e quindi parte della luce aurorale/SAR non è proprio arrivata alla retina (la superficie dell’occhio sensibile alla luce); inoltre la luce artificiale ha attenuato, affogandola, parte della luce del fenomeno atmosferico.

Come ho visto io l’aurora / SAR in queste condizioni? Che colore aveva? Che strutture si vedevano? Quanto era estesa nel cielo?

Per quanto riguarda il colore, sostanzialmente grigia. Le torri di luce che s’innalzavano in cielo, che in foto risultano di un bel rosso acceso, viola e porpora, il mio occhio le vedeva distintamente ma in bianco e nero, senza alcun colore. Colonne grigio chiaro con poco contrasto sul fondo cielo. Le strutture verdi dell’immagine non erano visibili (di conseguenza nemmeno il loro colore) e se lo erano si sarebbero confuse con l’inquinamento luminoso. L’unica parte vagamente colorata di rosso era quella inferiore, dove in foto l’aurora risulta più luminosa: qui il colore percepito era un tenue (molto molto tenue!) rosso scuro e al primo sguardo avevo il dubbio di vederlo realmente. In poche occasioni quella notte è diventato sufficientemente rosso (sempre molto tenue) da poter dire che non era un’illusione ottica e solo per qualche manciata di secondi.

Emotivamente spettacolare anche il movimento delle torri di luce, anche se in realtà era più un “lento pulsare” piuttosto che un “danzare” nel cielo: la luminosità si accentuava, poi sfumava e si accentuava nuovamente in un’altra posizione, effetto che dava una vaga illusione di un lento movimento nel cielo. Visivamente l’aurora abbracciava 100-120° di ampiezza e le torri salivano, in alcuni momenti, fino a 50-60° di altezza: chiaramente le parti più a Est e Ovest molto più deboli e sfumate sul fondo cielo rispetto alla parte centrale a Nord. Non nego che questo scenario sarebbe mutato in condizioni di inquinamento luminoso inferiore o assente ma non in maniera drastica: sicuramente il rosso sarebbe stato percepibile più facilmente ma sempre e solo molto tenue e cupo, non certamente un bel rosso acceso con tutte le sfumature viola e porpora.

A latitudini più meridionali il fenomeno sarebbe stato ancora più difficile da cogliere e la visione a occhio nudo sarebbe stata simile, sostanzialmente in bianco e nero con una tenue sfumatura rosso scuro uniforme, con pochi o nessun dettaglio strutturale visibile. Chiaramente, essendo l’aurora un fenomeno che si sviluppa ad alte latitudini, più ci si allontana dalla fonte e meno luce arriva quindi meno colore e meno dettagli e la parte più brillante dell’aurora si trova sempre più prossima o addirittura al di sotto dell’orizzonte, a causa della curvatura terrestre.

Aurora boreale
La stessa immagine vista dal sensore digitale e opportunamente elaborata. Credit: Marco Bastoni

Viceversa, più ci si alza di latitudine (settentrione) e più la situazione diventa favorevole perché ci avviciniamo alla sorgente del fenomeno. La curvatura terrestre aiuta gli osservatori portando strutture e parti brillanti sempre più in alto rispetto all’orizzonte (lontano da foschie, nuvole basse, inquinamento, luci, …). Va da sé che il colore rosso può intensificarsi e forse può essere visibile, in qualche occasione, qualche tenue guizzo di verde; anche le torri di luce possono iniziare a mostrare qualche filamento verticale più brillante e contrastato. In generale possiamo dire che la visione a occhio nudo per le latitudini italiane rimane per la maggior parte del tempo monocromatica, a basso contrasto e povera di dettagli e strutture fini nell’aurora; i movimenti delle strutture, se percepiti, appaiono più come un “lento comparire e scomparire”.

Visioni diverse da individuo a individuo

Dobbiamo sempre tenere presente che la visione di ogni individuo è unica e diversa dagli altri e che quindi queste sono indicazioni generali, ci sarà sempre qualcuno con un’acutezza visiva migliore che percepisce qualcosa di più di quanto scritto qui. Il luogo di osservazione può fare la differenza, la quota può fare la differenza, le condizioni atmosferiche (umidità, vento, trasparenza, nuvole, foschie) possono cambiare la percezione visiva lasciando passare più o menu luce e più o meno dettagli ma sono comunque deviazioni minime. La latitudine, come abbiamo visto, fa tutta la differenza del mondo e anche la presenza di inquinamento luminoso limita fortemente i dettagli e i contrasti percepibili. Non dobbiamo sottovalutare nemmeno la forza della suggestione: talvolta crediamo di vedere qualcosa solo perché “sappiamo che quella cosa è fatta così” e il colore dell’aurora talvolta rientra in queste casistiche.

Resta comunque il fatto che l’osservazione a occhio nudo notturna in condizioni di scarsa illuminazione e/o di oggetti particolarmente deboli (come aurora alle nostre latitudini, osservazione al telescopio di nebulose e galassie, paesaggio al chiarore lunare, …) è e rimane sempre monocromatica con poche lievi eccezioni. Tutto questo non per dire che il fenomeno non sia stato bello. Tutt’altro! È stato magico vedere la potenza della Natura a così basse latitudini e quindi le emozioni sono state sicuramente irrefrenabili per coloro che l’hanno osservata e fotografata. Ci vediamo alla prossima puntata, dove affronteremo il tema dell’aurora “vista” attraverso foto e sensori digitali e dove capiremo la grande differenza fra la visione a occhio nudo e l’immagine finale che troviamo sul web.

Articolo a cura di Marco Bastoni