Le foto dell’aurora boreale in Italia del 5 Novembre 2023 hanno fatto il giro del web ma potrebbe esserci stato anche un altro fenomeno ancora più raro: i SAR

Il 5 novembre 2023 a partire dalle 18:20 circa, l’Italia è stata ‘investita’ dalla bellezza dell’aurora boreale. Ma è stato proprio così? Partiamo dall’inizio.

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Cosa è accaduto al nostro Sole il 3 novembre 2023

Il 3 novembre ci sono stati 3 eventi eruttivi sul Sole che hanno spinto le particelle cariche del plasma solare proprio verso la Terra e per una serie di fattori, tra cui l’orientazione del campo magnetico di una di queste eruzioni e la presenza di un buco coronale nella corona solare che accelera le particelle del vento solare, queste ultime sono riuscite a penetrare il campo magnetico terrestre e interagire con quelle della nostra atmosfera, generando una tempesta geomagnetica di tipo G3.  Queste eruzioni avvengono con più frequenza e forza quando il Sole è al massimo o vicino al massimo della sua attività, come in questo momento e come avviene ogni 11 anni.  

In seguito a questo evento, si è avuta la formazione delle aurore boreali che sono il frutto dell’interazione tra le particelle cariche provenienti dal Sole con quelle dell’atmosfera terrestre che, diseccitandosi dopo le collisioni, emettono radiazioni elettromagnetiche alle lunghezze d’onda dei famosi colori delle aurore.  Le particelle del plasma solare però per entrare nella nostra atmosfera seguono le linee del campo magnetico terrestre che è agganciato alla Terra ai poli. Dunque, per entrare devono per forza farlo da lì. L’aurora si è quindi formata nei cieli del Nord Europa ad una quota elevata di circa 400 km permettendoci di vedere la sua parte più alta, rossa per via del coinvolgimento degli atomi di ossigeno, anche in Italia. 

I SAR 

Contemporaneamente all’aurora boreale si è verificato anche un altro fenomeno, quello della formazione dei cosiddetti archi SAR, acronimo che sta per “Archi rossi aurorali stabili” anche se questi archi non sono né stabili né aurore.“ Gli archi SAR si formano in modo diverso rispetto alle aurore anche se sono sempre dovuti alle particelle cariche provenienti da Sole. 

La Terra è circondata da un sistema di correnti ad anello, che si trova ad una distanza compresa tra i 10.000 e 60.000 km da essa e trasporta milioni di ampere. Queste correnti sono costantemente trasportate da protoni ad alta energia. Durante le tempeste geomagnetiche, l’aumento della corrente nell’anello è dovuto all’ingresso di nuovi protoni a bassa energia nella regione vicina alla Terra. Quando questo avviene, c’è poi un rilascio di energia termica nell’alta atmosfera terrestre che “vediamo” sottoforma degli archi SAR. Infatti, l’energia rilasciata ionizza gli atomi di ossigeno a nella parte alta della ionosfera che “rilasciano” il colore rosso così come avviene per la parte più alta delle aurore.

Quindi Aurora o SAR?

Difficile stabilirlo ma possiamo fare alcune considerazioni analizzando la webcam di PANOMAX a Compaccio (Dolomiti). Il 5 novembre 2023 pare evidente il picco dell’aurora boreale alle 18:20 con un paesaggio che si irradia di un colore rosso/rosa visibile nella foto 1 (è bene precisare che la visione ad occhio nudo sarebbe stata più ‘scarsa’ rispetto ad una webcam ad alta definizione e maggior sensibilità rispetto all’occhio umano).

Aurora Boreale
Foto 1. Credit

Successivamente, andando avanti con il tempo, si arriva alle 19:40 (foto 2). Pare evidente la formazione di un arco e quindi si paleserebbe il fenomeno dei SAR.

Aurora Boreale
Foto 2. Credit

Cosa ancor di più clamorosa è che verso le 22:40 l’aurora si è riaccesa regalando altro spettacolo sulle Dolomiti e, contemporaneamente, il fenomeno dei SAR non era sparito (foto 3)!

Aurora boreale
Figura 3, le frecce indicano l’inizio del SAR. Credit

Quindi cosa hanno fotografato gli italiani? Molto probabilmente chi un fenomeno e chi l’altro e chi magari entrambi. La foto 4, ad esempio senza alcuna elaborazione, è stata scattata da Katiuscia Pederneschi verso le 18:15 da Senigallia (Marche) praticamente al primo picco aurorale ripreso dalle webcam sulle Dolomiti (il più intenso). Ciò ci induce a pensare che potrebbe aver ripreso effettivamente l’aurora boreale (analizzando anche la foto) ma non possiamo escludere che sia un SAR. La maggior parte delle immagini che abbiamo visionato del centro ed alcune del sud Italia ritraggono, probabilmente, i SAR.

Aurora Boreale
Foto 4

Qual è la conclusione?

Innanzitutto che i fenomeni che si sono potuti apprezzare nel cielo sono stati uno spettacolo per gli occhi e potrebbero ripetersi visto che abbiamo ancora un anno prima che il Sole raggiunga il picco del suo ciclo previsto nel 2024. In secondo luogo, a secondo di orario, luogo e soprattutto ‘forma’ del fenomeno, si può provare a stabilire se si è effettivamente fotografato un SAR o un’aurora boreale.

Articolo scritto in collaborazione con la Dottoressa Clementina Sasso, astrofisica solare

Immagine di copertina credit Catia Greppi