La NASA si è confrontata con Star Wars: dai droidi ai motori a ioni, dai pianeti con due soli alla luna che ricorda la Morte Nera.

Nel 2015, in occasione dell’uscita del film “Star Wars: Il risveglio della Forza”, la NASA individuò alcune somiglianze tra l’universo fantascientifico di Guerre stellari e il nostro. A seguire, una loro breve rassegna.

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NASA e Star Wars a confronto

Il Millennium Falcon affronta i caccia TIE in una scena di “Star Wars: Il risveglio della Forza”. Crediti: Disney.

Iniziamo dall’astronauta Kjell Lindgren, il quale twittò circa la somiglianza tra la cupola della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e la cabina di pilotaggio di un caccia stellare Twin Ion Engine (TIE), traducibile come ‘coppia di motori ionici’:

Quando la navetta spaziale Atlantis ha lasciato la ISS dopo la missione STS-117 del 2007, sembrava un TIE che dava la caccia:

STS-117 visto dalla ISS. Crediti: NASA.

Sempre a proposito dei caccia TIE, si noti che la NASA utilizza davvero motori a ioni su veicoli spaziali. Per esempio, ve ne sono tre sulla sonda Dawn, attualmente in orbita attorno al pianeta nano Cerere, anche se ormai sono disattivati.

Un propulsore a ioni di xeno in fase di sviluppo presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, Pasadena, in California. Si tratta di una versione successiva a quella impiegata nella missione Dawn della NASA. Crediti: NASA/JPL-Caltech.

La NASA, inoltre, ha robot che vagano ed esplorano tutto il sistema solare. In particolare, il nostro R2-D2 sarebbe Robonaut 2. Si tratta di un robot umanoide lanciato nel 2011 per aiutare gli astronauti a bordo della ISS.

Robonaut 2 della NASA a bordo della ISS. Crediti: NASA.

Un altro robot della ISS è stato direttamente ispirato alla saga. Nel 1999, l’allora professore del Massachusetts Institute of Technology (MIT) David Miller, ora Chief Technologist della NASA, mostrò l’originale Star Wars del 1977 ai suoi studenti il primo giorno di lezione. Dopo la scena in cui Luke Skywalker impara a combattere con la spada laser contro un droide che svolazzava sul Millennium Falcon, Miller chiese che gliene fosse costruito uno. Il risultato è stato Synchronized Position Hold, Engage, Reorient, Experimental Satellites (SPHERES). Originariamente progettati per testare i rendezvous dei veicoli spaziali e le manovre di attracco, questi mini-satelliti hanno le dimensioni di una palla da bowling.

L’astronauta dell’Agenzia spaziale europea Samantha Cristoforetti lavora con una coppia di Synchronized Position Hold, Engage, Reorient, Experimental Satellites, o SPHERES, sulla Stazione Spaziale Internazionale. Crediti: NASA.

Allontanandoci un po’ di più dalla Terra, troviamo il satellite naturale di Saturno Mimas che viene soprannominata ‘Morte Nera’ per via del cratere Herschel, largo circa 140 chilometri. La sonda Cassini-Huygens di NASA/ESA/ASI l’ha immortalata così:

Mimas, con il suo grande cratere Herschel, ricorda la Morte Nera mentre incombe sugli anelli di Saturno in questa ripresa della sonda Cassini-Huygens. Crediti: NASA/JPL-CalTech.

In fine, la missione Kepler della NASA ha scoperto Kepler-16b, un esopianeta in orbita attorno a due stelle, proprio come il fittizio Tatooine, dove Luke Skywalker fissava ‘doppio’ tramonto sognando di combattere l’Impero.

Rappresentazione artistica di Kepler-16b, il primo esopianeta che orbita intorno a due stelle conosciuto. Crediti: NASA/JPL-Caltech/T. Pyle.

Fonti: NASA, NASA

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