Se pensassimo al Big Bang come a un’esplosione, potremmo credere che abbia avuto origine in un unico punto. Ma cosa accadrebbe se fosse successo ovunque contemporaneamente?

Uno dei concetti più difficili da comprendere, per noi comuni mortali, è l’idea del Big Bang e dell’universo in espansione. Laggiù, all’orizzonte di ciò che anche i nostri più potenti telescopi possono vedere, ci sono galassie che si allontanano da noi così velocemente che la loro luce non ci ha ancora raggiunto. È una delle conseguenze dell’espansione dell’universo. Ma se usassimo il redshift per analizzare la luce di stelle e galassie potremmo capire dove ci troviamo in relazione al Big Bang?

L’origine del Big Bang

Big Bang
Credit: NASA

C’è questa cosa di pensare al Big Bang come a un’esplosione. In realtà, se facessi esplodere una granata, potrei tracciare la traiettoria delle schegge per trovare il punto di esplosione. Ma esplosione non è la stessa cosa che espansione. Un’esplosione è un qualcosa che accade nello spazio e le “schegge” di quell’esplosione si muoverebbero liberamente nello spazio. Tuttavia l’espansione è qualcosa che accade nello spazio e influenza non poco il modo in cui gli oggetti si attraggono, al suo interno.

La migliore analogia che possiamo fare per il Big Bang è un impasto a forma di palla con dentro l’uvetta. Immagina che l’impasto sia lo spazio e l’uvetta le galassie al suo interno. È come se fossi un’uvetta e vedi solo altra uvetta, ma non l’impasto stesso. Mentre l’impasto lievita, l’uvetta che si trova vicino a te sembra allontanarsi da te a una certa velocità, ma più l’uvetta era lontana, più velocemente la vedresti allontanarsi. A un certo punto la vedresti perfino allontanarsi da te a una velocità maggiore rispetto a quella della luce: un’impresa notevole, che non può verificarsi nello scenario di “esplosione”, ma solo in quello di “espansione”.

Non un’esplosione

Questo significa che il Big Bang non è stato un’esplosione avvenuta in un determinato punto, piuttosto l’inizio di un’espansione iniziata in un particolare momento. In quel momento l’universo era piano di materia ed energia e aveva iniziato a espandersi e raffreddarsi in tutte le direzioni. È parte del motivo per cui, in un universo di 13,8 miliardi di anni, possiamo vedere oggetti distanti 46,1 miliardi di anni luce. Solo con un’espansione (e non con un’esplosione) è possibile osservare tali distanze in lassi di tempo così piccoli. In realtà, quindi, l’universo non ha un centro: ogni punto dello spazio e ogni osservatore possono rivendicare di essere al centro dell’universo stesso.

Fonte, immagine di copertina credit NASA