La luna ghiacciata di Saturno è al centro nella ricerca della vita nel nostro Sistema Solare. Un nuovo studio basato sui dati di Cassini rafforza l’idea che Encelado abbia le sostanze chimiche necessarie per la vita

I dati di Cassini sono ancora in fase di analisi, anche sei anni dopo che ha completato la sua missione ed è andata distrutta nell’atmosfera di Saturno. Un nuovo articolo presenta alcune nuove scoperte importantissime per la ricerca di vita all’interno del nostro Sistema Solare. Il lavoro è incentrato sulla scoperta di ammoniaca e fosforo inorganico nell’oceano di Encelado. I ricercatori hanno utilizzato la teoria e la modellizzazione ecologica e metabolica per capire come queste sostanze chimiche potrebbero rendere Encelado suscettibile alla vita. 

Encelado ripresa dalla sonda Cassini. Credit: NASA/JPL/Space Science Institute

Il rapporto Redfield

Una componente fondamentale della teoria ecologica è il rapporto Redfield. Prende il nome dall’oceanografo americano Alfred Redfield. Nel 1934, Redfield pubblicò i risultati che mostravano che il rapporto tra carbonio, azoto e fosforo (C:N:P) era notevolmente coerente in tutta la biomassa oceanica. La conclusione di Redfield è la parte vitale di tutto lo studio: esso mostra una notevole unità tra la chimica degli esseri viventi nelle profondità oceaniche e l’oceano stesso. Sembrerebbe che ci sia un equilibrio tra l’acqua dell’oceano e i nutrienti del plancton che si basa sul feedback biotico. Ciò si associa ad una struttura chimica per le sostanze nutritive e la vita semplice. Quindi, in che modo la scoperta di ammoniaca e fosforo nell’oceano di Encelado si collega al rapporto Redfield e al potenziale biologico di Encelado?

Lo studio

L’analisi dei dati di Cassini dai pennacchi di Encelado mostra un alto livello di fosfato inorganico nell’oceano. Altre simulazioni geochimiche basate sulle scoperte di Cassini indicano la stessa cosa. Ancora più analisi suggeriscono che l’oceano contiene molte delle sostanze chimiche comuni negli organismi viventi, come i precursori degli amminoacidi, l’ammonio e gli idrocarburi. E’ chiaro che la chimica dell’oceano di Encelado è ricca e molte sostanze chimiche riflettono la composizione chimica della vita come la conosciamo. In particolare, c’è un’ipotesi emergente che Encelado potrebbe supportare la metanogenesi. Gli Archaea della Terra eseguono la metanogenesi in un’ampia fascia di diverse condizioni ambientali sulla Terra e lo hanno fatto per oltre tre miliardi di anni, dimostrando la loro capacità di sopravvivenza. I modelli biochimici suggeriscono che i metanogeni della Terra sono compatibili con l’oceano di Encelado.

Encelado
Struttura di Encelado. Credit: NASA/JPL

Conclusioni

I ricercatori hanno sviluppato un nuovo modello più dettagliato per i metanogeni su Encelado per vedere se potevano sopravvivere e prosperare lì. Hanno scoperto che sebbene il fosforo sia presente ad alti livelli il rapporto complessivo “potrebbe essere limitante per le cellule simili a quelle sulla Terra”. Quindi, dove si collocano le prospettive di vita su Encelado? C’è da dire che siamo solo all’inizio di studi di questo genere, siamo in grado di identificare le singole sostanze chimiche, ma siamo troppo lontani per misurare con precisione la chimica complessiva di Encelado. La ricerca più recente sulla biofirma, incluso questo documento, mira a identificare come i processi biologici riorganizzano gli elementi chimici. Osservando interi ecosistemi, come ha fatto Redfield, gli scienziati potrebbero scoprire nuove biofirme: se riuscissimo a farlo potremmo scoprire che le forme di vita non terrestri riorganizzano le sostanze chimiche in modi completamente diversi. 

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