Nuovi esperimenti e ricerche ipotizzano la presenza di esopianeti composti da diamante e silice molto meno rari del previsto

Il Sistema Solare è un ambiente variegato (si sono vari tipi di pianeti e lune) ma sono “limitati” dalla composizione del nostro Sole. La chimica di tutti gli oggetti del sistema solare dipende dalla nostra stella ma sappiamo benissimo che non tutte le stelle sono come il Sole. Lì fuori ci sono esopianeti di tutti i tipi e negli anni la ricerca li ha portati alla luce.

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Sole
Sole. Credit: SDO

I pianeti diamante

Stelle ricche di carbonio potrebbero avere esopianeti composti principalmente da diamante e silice (con le giuste condizioni). Il dilemma era trovare queste condizioni ed ora, in laboratorio, gli scienziati hanno “schiacciato e riscaldato” il carburo di silicio per scoprirle.

55 Cancri e
55 Cancri e in un’illustrazione artistica. Credit: NASA/ESA

55 Cancri e

La scoperta di 55 Cancri e in passato ha entusiasmato circa la possibilità di trovare i cosiddetti pianeti-diamante (in seguito si è scoperto che questa stella non era così ricca di carbonio come si pensava in precedenza, il che ha messo fine a quell’idea, almeno per quanto riguarda 55 Cancri e).

Esopianeti
Esopianeti. Credit: NASA

Sappiamo che circa il 15% dei sistemi planetari è situato attorno a stelle ricche di carbonio e ciò aumenta la possibilità di scovare esopianeti diamante. Se un pianeta fosse ricco di carburo di silicio e se fosse presente acqua per ossidarlo e convertirlo in silicio e carbonio, allora con sufficiente calore e pressione, il carbonio potrebbe diventare diamante.

L’esperimento

Grazie ad esperimenti in laboratorio, gli scienziati hanno scoperto che a temperature fino a 2.500 Kelvin e pressioni fino a 50 gigapascal, in presenza di acqua, i pianeti di carburo di silicio potrebbero ossidarsi e avere le loro composizioni interne dominate da silice e diamante.

Esopianeti
Credit: Shim / ASU / Vecteezy
Inospitali alla vita come la conosciamo

Questa tipologia di pianeti non potrebbe ospitare la vita. Il loro interno sarebbe troppo complesso per l’attività geologica e la loro composizione renderebbe le loro atmosfere inospitali per la vita come la conosciamo.

Riferimenti:

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