Sono state da poco rilasciate le prime immagini scientifiche del telescopio spaziale Euclid e forse siamo all’inizio di una vera e propria rivoluzione dell’astrofisica moderna

Sono state da poco rilasciate le prime immagini scientifiche del telescopio spaziale Euclid e nei miei occhi c’è ancora la meraviglia per lo spettacolo a cui, insieme, abbiamo assistito. Forse siamo all’inizio di una vera e propria rivoluzione dell’astrofisica moderna.

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Cosa rende unico Euclid

Euclid non è un telescopio spaziale potente come Hubble o il nuovo James Webb, ma a bordo dispone di una strumentazione molto avanzata e specializzata per catturare immagini profonde su una grande area di cielo, qualcosa che i più blasonati telescopi spaziali non possono fare. È questo il grande punto di forza di Euclid. Non vediamo solo immagini dettagliate di oggetti astronomici lontanissimi e piccolissimi ma possiamo avere, per la prima volta con questa risoluzione, un’idea di quanto sia vasto, colorato e popolato l’Universo. Ho sempre sognato di poter osservare attraverso uno strumento con un grande campo di vista ma al tempo stesso tanto potente da farmi vedere quasi tutte le galassie dell’Universo osservabile e ora questo mio sogno d’infanzia si è trasformato in realtà.

Centomila galassie

L’immagine più bella della serie rilasciata dall’ESA è per me senza dubbio quella che ritrae l’ammasso di galassie del Perseo, una struttura gigantesca composta da un migliaio di oggetti tenuti insieme dalla loro mastodontica forza di gravità.

Euclid
Ammasso del Perseo. Credit: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, elaborazione delle immagini di J.-C. 
Cuillandre (CEA Parigi-Saclay), G. Anselmi, CC BY-SA 3.0 IGO

Questa immagine, tuttavia, nasconde qualcosa di ancora più straordinario. Ognuno dei piccoli batuffoli visibili sullo sfondo è una galassia. Il grande campo inquadrato, simile a quello occupato dalla Luna piena vista a occhio nudo, ci fornisce uno spaccato realistico sul vero aspetto dell’Universo che non avevamo mai osservato con questa chiarezza.

Qui, in questo fazzoletto di cielo, si contano circa 100 mila galassie. Galassie, galassie ovunque. L’Universo non è un posto buio e vuoto come i nostri occhi vorrebbero farci credere, ma è un luogo popolato da strutture immense, ognuna costituita da circa 100 miliardi di stelle. Ognuno di quei batuffoletti è un’isola di stelle, gas, polveri e pianeti simile alla Via Lattea. Quei fiocchi di luce sono ovunque, nello spazio e nel tempo. Se potessimo avere la percezione della profondità, ci accorgeremmo che questa immagine racconta circa 10 miliardi di anni di storia del nostro Universo ed è sotto i nostri occhi, qui e ora.

Nell’Universo, più guardiamo lontano nello spazio e più guardiamo lontano nel tempo. Gli oggetti più deboli e arrossati sono galassie la cui luce ha impiegato fino a 10 miliardi di anni per giungere fino a noi. Di conseguenza, vediamo queste galassie come erano miliardi di anni fa, in uno spaccato unico che ci proietta indietro a un tempo antichissimo. Quando la luce di queste galassie si è avventurata in uno sterminato viaggio attraverso l’Universo, il Sole e la Terra ancora non sarebbero esistiti per miliardi di anni.

Euclid
Galassia IC 342. Credit: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, image processing by J.-C. Cuillandre (CEA Paris-Saclay), G. Anselmi

La potenza di Euclid

Le altre immagini testimoniano la grande risoluzione delle fotocamere di cui è dotato Euclid. I dettagli che possiamo osservare della nebulosa Testa di Cavallo ci permettono di viaggiare come se fossimo a bordo di una velocissima astronave e indagare da vicino quelle spettacolari cortine di gas e polveri. Ma anche qui, quasi nascoste alla vista, possiamo osservare tante galassie di sfondo, la cui indomita luce riesce a penetrare dense cortine di polveri e gas estese per migliaia di miliardi di chilometri. Le immagini della galassia nana NGC 6822 e dell’ammasso globulare NGC 6337 ci ricordano da vicino alcune impressionanti visioni del telescopio spaziale Hubble. Sebbene la risoluzione di Euclid sia circa la metà di Hubble, possiamo osservare da vicino questi oggetti e potremo comprendere meglio l’ambiente che li circonda.

Nebulosa Testa di Cavallo, Euclid
Nebulosa Testa di Cavallo. Credit: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, image processing by J.-C. Cuillandre (CEA Paris-Saclay), G. Anselmi

Tante domande aspettano risposte

Nonostante i nostri titanici sforzi, sembra che solo una minima parte della materia dell’Universo sia accessibile in modo diretto ai nostri telescopi. La materia visibile, così è chiamata, potrebbe rappresentare meno del 5% del contenuto vero dell’Universo. Il più grande problema dell’astrofisica moderna si chiama materia oscura, una componente dominante rispetto alla materia visibile senza la quale non esisterebbero nemmeno le galassie. Sentiamo la sua influenza gravitazionale ma non siamo mai riusciti a vederla in oltre 40 anni di ricerche. Esiste davvero? Potrebbe essere l’indizio che qualcosa di molto profondo ci sfugga nella comprensione dell’Universo?

Un altro enorme problema riguarda l’energia oscura. A partire da qualche miliardo di anni dopo la nascita dell’Universo, questo, invece di rallentare l’espansione a causa della forza di gravità di stelle e galassie, ha iniziato a espandersi sempre più velocemente. Qual è questa misteriosa forza che sta stirando con veemenza il nostro Universo? L’abbiamo chiamata energia oscura e ancora non sappiamo quanta ce ne sia, né da dove venga.

L’immensa mole di dati che raccoglierà Euclid negli anni a venire sarà di fondamentale importanza per farci comprendere meglio le proprietà e, per ultimo, anche il destino del nostro Universo. Non resta che aspettare con gli occhi lucidi dall’emozione. Siamo davvero all’inizio di una grande rivoluzione che cambierà, forse in modo radicale, la nostra comprensione dell’Universo e, per ultimo, anche di noi stessi, polvere di stelle cosciente.

Articolo a cura di Daniele Gasparri. Per approfondire, ecco il suo nuovo libro: “Dai pianeti al Big Bang: Come funziona e cosa sappiamo dell’Universo”. Link all’acquisto