La ricerca unisce le osservazioni di oltre 80 giovani stelle che potrebbero avere pianeti in formazione intorno ad esse

Ad oggi sono stati scoperti più di 5000 pianeti in orbita attorno a stelle diverse dal Sole, spesso all’interno di sistemi del tutto diversi dal nostro Sistema Solare. Per capire dove e come nasce questa diversità, gli astronomi devono osservare i dischi ricchi di polvere e gas che avvolgono le giovani stelle, le vere culle della formazione dei pianeti. Questi dischi di polvere si trovano nelle enormi nubi di gas dove si stanno formando le stelle stesse.

Più osservazioni per più informazioni sui pianeti

Il team ha osservato e studiato un totale di 86 stelle in tre diverse regioni di formazione stellare della nostra galassia: Toro e Camaleonte I, entrambi a circa 600 anni luce dalla Terra, e Orione, una nube ricca di gas a circa 1600 anni luce da noi – nota per essere il luogo di nascita di diverse stelle più massicce del Sole. Il team è stato in grado di raccogliere diverse informazioni chiave. In Orione, ad esempio, hanno scoperto che le stelle in gruppi di due o più avevano meno probabilità di avere grandi dischi di formazione planetaria. Questo è un dato importantissimo in quanto la maggior parte delle stelle della Via Lattea possiede una compagna, differentemente dal nostro Sole. Inoltre l’aspetto irregolare dei dischi in questa regione suggerisce la possibile presenza di pianeti massicci incorporati al loro interno, che potrebbero causare la deformazione e il disallineamento dei dischi.

Formazione dei pianeti
Dischi di formazione planetaria in tre nubi della Via Lattea.
Credit: ESO

Come si osservano queste regioni tanto lontane

Benché i dischi di formazione planetaria possono estendersi per enormi distanze, nel nostro cielo notturno essi ci appaiono come dei piccoli spilli luminosi. Per osservarli, il team ha utilizzato lo strumento SPHERE montato sul VLT dell’ESO. Il sistema di ottica adattiva estremamente all’avanguardia di SPHERE riesce a correggere gli effetti turbolenti dell’atmosfera terrestre, restituendo immagini nitide dei dischi. Grazie a ciò il team è stato in grado di fotografare i dischi intorno a stelle con massa fino alla metà della massa del Sole – tendenzialmente troppo deboli per la maggior parte degli altri strumenti. Ulteriori dati per lo studio sono stati ottenuti utilizzando lo strumento X-shooter del VLT, che ha permesso agli astronomi di determinare quanto sono giovani e quanto sono massicce le stelle. L’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) ha aiutato il team a capire di più sulla quantità di polvere che circonda alcune delle stelle.

Pianeti
Il disco di formazione planetaria MWC 758 visto da SPHERE e ALMA.
Credit: ESO

ELT, we can’t wait!

Con l’avanzare della tecnologia, il team spera di scavare ancora più a fondo nel cuore dei sistemi di formazione planetaria. Infatti siamo tutti in trepidante attesa del grande specchio di 39 metri del prossimo Extremely Large Telescope (ELT) dell’ESO. L’enorme telescopio permetterà all’equipe di studiare le regioni più interne intorno alle giovani stelle, dove potrebbero formarsi pianeti rocciosi come il nostro. Per ora, queste immagini spettacolari forniscono ai ricercatori una miriade di dati per aiutare a svelare i misteri della formazione dei pianeti. 

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