Senza saperlo o senza pensarci, l’astronomia ci accompagna nel quotidiano. E se scandiamo le sillabe dei giorni della settimana ne scopriamo il motivo

I Babilonesi sono stati gli inventori dei nomi dei giorni della settimana: ab origine, i corpi celesti principali visibili a occhio nudo erano sette, precisamente cinque pianeti, una stella ossia il sole e un satellite, ossia la Luna. I Romani successivamente ereditarono quanto proposto dai Babilonesi reputando corretta la teoria secondo cui gli astri regolavano a rotazione la prima ora di ciascun giorno.

Sistema Solare
Sistema solare. Credit: NASA/Jet Propulsion Laboratory-Caltech

E così, partendo dal primo giorno della settimana, così malvisto dalla maggior parte delle persone di oggi, quel lunedì che sancisce la ripresa delle attività/ostilità, ci rendiamo conto che in latino Lunae dies era il giorno della Luna. A seguire i giorni successivi si ispirano a quattro dei cinque pianeti visibili: Marte, Mercurio, Giove e Venere. In sequenza: martedì, giorno di Marte (Martis dies), mercoledì, giorno di Mercurio (Mercuri dies), giovedì, giorno di Giove (Iovis dies), venerdì giorno di Venere (Veneris dies). E i giorni tanto attesi che danno il via al weekend? Beh, sabato e domenica inizialmente erano rispettivamente il giorno di Saturno (Saturni dies) e il giorno del Sole (Solis dies) ma, con l’avvento e il diffondersi della religione cristiana, furono sostituiti in appunto sabato e domenica. Sabato deriva da “shabbat”, che significa “giorno di riposo”, domenica invece da “dies Dominica”, vale a dire “giorno del Signore”, introdotto dall’imperatore romano Costantino che si convertì al cristianesimo.

Tuttavia, gli inglesi hanno resistito ai cambiamenti e, fedeli, continuano a “essere devoti” a Saturno e al Sole chiamando il loro sabato, Saturday, (in onore del Signore degli anelli) e la loro domenica, Sunday (in inglese, sole si traduce Sun).

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