Dopo il crollo nel 2020, il potente radiotelescopio di Arecibo non verrà ricostruito. Ecco l’ultima perla che ci ha regalato.

Il telescopio di Arecibo era stato costruito a Porto Rico nel 1963 ed era il più grande e potente radiotelescopio del mondo. La sua iconica parabola era larga 305 metri e diventò famosa, negli anni ’90, grazie a film come “Contact” e “GoldenEye”. Tra l’altro con questo radiotelescopio l’umanità inviò il primo messaggio radio nello spazio con la speranza di trovare una qualche forma di vita aliena. Ne abbiamo parlato più nel dettaglio in quest’altro articolo.

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Ciò che resta del radiotelescopio di Arecibo, a Porto Rico. Credit: Università della Florida

Cosa ha scoperto il telescopio prima di crollare

Il radiotelescopio è crollato a dicembre del 2020, ma ha regalato un’ultima scoperta all’umanità. Gli astronomi, infatti, grazie ai dati raccolti dal radiotelescopio fra il 2017 e il 2019, hanno pubblicato il più grande rapporto che riguarda gli asteroidi più vicini alla Terra, compresi quelli pericolosi per il nostro pianeta. Il rapporto è stato pubblicato a settembre sul “The planetary science journal” e include osservazioni dettagliate di ben 191 asteroidi vicini al nostro pianeta, inclusi i 70 “potenzialmente pericolosi” scovati dagli scienziati. Quando parliamo di asteroidi pericolosi ci riferiamo a grandi asteroidi con orbite che li portano molto vicini alla Terra, entro i 7,5 milioni di chilometri dal nostro pianeta (20 volte la distanza media Terra-Luna, per capirci).

Per fortuna, nessuno di questi asteroidi rappresenta una minaccia immediata per il pianeta. Secondo la NASA la Terra è al sicuro da potenziali impatti pericolosi per i prossimi 100 anni. Tuttavia, il compito degli scienziati non finisce qui. C’è ancora molto da fare per proteggere l’umanità: fare attenzione agli oggetti vicini alla Terra ci permetterà di difenderci con sempre maggiore anticipo, in futuro. La cattiva notizia è che per il momento il radiotelescopio di Arecibo non verrà ricostruito, con grande amarezza da parte di tutta la comunità astronomica.

Riferimenti: Live Science

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