È accaduto nel 1974 con il messaggio di Arecibo: l’obiettivo era quello di contattare un’eventuale civiltà extraterrestre. Il problema è che se qualcuno lo trovasse, saprebbe subito dove si trova la Terra.

L’umanità ha sempre provato a stabilire contatti con una qualche altra civiltà intelligente, nell’universo. Lo ha fatto montando un disco d’oro con le voci dei terrestri sulle sonde Voyager, ad esempio. Pochi, però, sanno che quattro anni prima del lancio delle Voyager (nel 1974), qualcuno ebbe la brillante idea di inviare un messaggio radio verso una galassia lontana 25mila anni luce dalla Terra. Cosa c’era scritto nel messaggio? Tutto! L’indirizzo cosmico del nostro pianeta, le caratteristiche degli esseri umani e perfino la rappresentazione grafica del nostro DNA. Per anni si è dibattuto su quanto sia stato giusto inviare nello spazio il famoso messaggio di Arecibo. Ma cerchiamo di capire di cosa si tratta nello specifico.

Arecibo mandato dalla Terra
Il messaggio di Arecibo. Credit: Wikipedia
https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/

Cosa contiene il messaggio

Il messaggio è in codice binario. È stato trasmesso dal radiotelescopio portoricano di Arecibo ed è composto da 1679 cifre, appositamente scelte perché prodotto di due numeri primi come 23 e 73. Presupponendo che chiunque lo riceva decida di ordinarlo in un quadrilatero, potrà farlo solo ordinandolo in 23 righe e 73 colonne, o viceversa. Le informazioni ordinate nel primo caso, però, producono un disegno senza senso. Solo ordinandole in 73 righe e 23 colonne si può comprendere il messaggio di Arecibo. Le immagini contenute all’interno non solo altro che crittogrammi di Drake, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo.

Leggendo da sinistra a destra e dall’alto al basso, contiene diverse informazioni su come trovarci nell’universo. Ci sono i numeri da 1 a 10, per esempio, sempre in formato binario. Oppure quelli atomici degli atomi di idrogeno, carbonio, azoto, ossigeno e fosforo. E ancora, le basi del nostro DNA, una rappresentazione grafica di un uomo e una donna, la popolazione della Terra e una rappresentazione grafica del nostro sistema solare.

Il messaggio ha fatto parecchio scalpore, quando venne inviato. Molti si chiedevano infatti a che titolo gli autori lo avessero trasmesso nello spazio. Il rischio, a loro dire, è che una qualche civiltà aliena avesse potuto conoscere ogni cosa della civiltà umana, con il rischio di sapere sia la nostra posizione nell’universo che i nostri punti deboli.

C’è da dire, comunque, che il messaggio impiegherà 25mila anni a raggiungere l’ammasso globulare di Ercole. Oltre al fatto che ce ne vorranno altri 25mila per ricevere un’eventuale risposta. Si tratta più di un tentativo di dimostrare le conquiste tecnologiche del genere umano, più che un reale interesse nel tenere una conversazione con un’eventuale civiltà extraterrestre.

Riferimenti:

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