La scoperta di un gigantesco buco tra i ghiacci dell’Antartide sta sconcertando gli scienziati. Ecco cosa sappiamo.
In Antartide si è verificato un evento che ha attirato l’attenzione degli scienziati di tutto il mondo. È comparso un vero e proprio “buco” nel ghiaccio marino, rimasto aperto per diverse settimane, sopra la regione di Maud Rise nell’Oceano Antartico. Si tratta di un’area in cui spesso avvengono questi fenomeni di polinia, cioè aree nel ghiaccio marino in cui la copertura di ghiaccio si è rotta o sciolta, esponendo l’oceano sottostante.
Cosa sappiamo del buco comparso nel ghiaccio in Antartide

Diversi fattori hanno contribuito alla formazione di questo enorme buco. Uno di questi è il trasporto di Ekman, un fenomeno attraverso il quale le correnti spinte dal vento muovono l’acqua salata verso questa regione. Ciò ha intensificato lo scioglimento del ghiaccio dal basso, creando le condizioni necessarie affinché il buco rimanesse aperto per settimane. Non solo. La longevità della polinia di Maud Rise è stata influenzata da una combinazione di venti e tempeste. Recenti ricerche hanno scoperto che le tempeste extratropicali, più frequenti con l’aumento delle temperature globali, hanno fornito ulteriore energia per sostenere il buco.
Conseguenze a livello globale
Sebbene una polinia nell’Oceano Antartico possa sembrare un evento localizzato, i suoi effetti possono avere conseguenze a livello globale. Le polinie, infatti, influenzano i modelli di circolazione oceanica globale, in particolare il cosiddetto “nastro trasportatore globale”, che regola la distribuzione di calore e carbonio sul pianeta. La profonda convezione causata dalla polinia consente al calore di fuoriuscire dall’oceano e la risalita dell’acqua può rilasciare anidride carbonica nell’atmosfera. Questo processo ha il potenziale di accelerare il cambiamento climatico rilasciando più CO₂ nell’ambiente.
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