Gli astronomi hanno osservato più da vicino una galassia che esisteva quando il nostro Universo aveva solo 430 milioni di anni. Ecco cosa hanno scoperto.

Esaminando in profondità lo spazio e il tempo, due team di astronomi che utilizzano il telescopio spaziale James Webb hanno studiato la galassia GN-z11, che esisteva quando il nostro universo aveva solo 430 milioni di anni. Scoperta dal telescopio Hubble, questa galassia è una delle più giovani e lontane mai osservate: è così brillante che è difficile per gli scienziati capirne il motivo. Ora, GN-z11 sta rivelando alcuni dei suoi più oscuri segreti.

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Il più lontano buco nero mai scoperto

Credit: NASA, ESA, CSA

Gli scienziati hanno scoperto che la galassia ospita un buco nero centrale supermassiccio che sta rapidamente accumulando materia. Questo lo rende il buco nero supermassiccio attivo più lontano mai visto fino ad oggi. Grazie a Webb, il team ha anche trovato tracce di elementi chimici ionizzati che si riscontrano in genere vicino ai buchi neri in accrescimento. “La NIRCam (Near-Infrared Camera) di Webb ha rivelato una componente estesa, che traccia la galassia ospite, e una sorgente centrale e compatta i cui colori sono coerenti con quelli di un disco di accrescimento che circonda un buco nero”, ha detto la ricercatrice Hannah Übler del Laboratorio Cavendish e Istituto Kavli. Queste prove mostrano che GN-z11 ospita un buco nero supermassiccio da 2 milioni di masse solari, in una fase molto attiva di consumo di materia, ecco perché è così luminoso.

La formazione delle prime stelle e galassie: le scoperte del James Webb

Credit: NASA, ESA, CSA

Un secondo team di astronomi, invece, ha utilizzato il NIRSpec (lo spettrografo a infrarossi) di Webb per trovare un grumo gassoso di elio, nell’alone gassoso che circonda GN-z11. “Il fatto che non vediamo nient’altro che elio suggerisce che questo ammasso deve essere abbastanza incontaminato”, ha detto Maiolino. “Questo è qualcosa che ci si aspettava in prossimità di galassie particolarmente massicce di queste epoche: dovrebbero esserci sacche di gas incontaminato sopravvissute nell’alone, e queste potrebbero collassare e formare ammassi stellari di prima generazione”. È fondamentale studiare la formazione delle prime stelle e galassie, un periodo durante il quale l’universo si è evoluto da uno stato oscuro e relativamente semplice all’ambiente altamente strutturato e complesso che vediamo ancor oggi.

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