Grazie ai sofisticati strumenti del Mars Orbiter, la NASA è riuscita a elaborare le mappe dei minerali che si trovano sulla superficie di Marte.

Ad aprile dello scorso anno la NASA ha spento uno dei suoi strumenti più longevi su Marte. Si tratta di un sofisticato strumento a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter, che ci ha rivelato incredibili mappe dei minerali presenti sul pianeta rosso, come argilla, ossido di ferro e solfati. Il progetto è stato guidato dal Laboratorio di fisica della Johns Hopkins University a Laurel, nel Maryland. Gli scienziati hanno elaborato mappe ad alta risoluzione che li aiuteranno a capire come laghi, corsi d’acqua e acque sotterranee hanno modellato il pianeta miliardi di anni fa. Questo strumento ha individuato le impronte chimiche dei minerali che si formarono in presenza di acqua.

Advertisement
Banner Plus

Quali sono i siti di atterraggio più interessanti, su Marte

Credit: NASA

La NASA si è affidata a questa ricerca per capire quali sono i siti di atterraggio più interessanti dal punto di vista scientifico, su Marte. Ad esempio c’è il cratere Gale, che Curiosity sta esplorando dal 2012, e il Jezero, dove gironzola Perseverance. Gli scienziati hanno raccolto la maggior parte dei dati grazie ad uno spettrometro a infrarossi, in grado di rilevare i minerali nel vicino infrarosso.

Il Mars Reconnaissance Orbiter

Tutto ciò è stato possibile grazie all’MRO, una sonda spaziale lanciata dalla NASA nel 2005. Tra gli obiettivi della missione l’individuazione di siti di atterraggio idonei per le future missioni spaziali su Marte. Tra l’altro questa sonda è stata progettata anche per fornire ai futuri astronauti un canale di trasmissione a banda larga fra la Terra e Marte.

Fonte