Una nuova ricerca mette in discussione l’idea che il cosmo come lo conosciamo oggi sia nato da un rimbalzo anzichè dal Big Bang.

Uno studio recentemente pubblicato su Physical Review Letters ha messo a dura prova la teoria del Big Bounce. Secondo quest’ultima, l’Universo non avrebbe avuto origine da uno stato iniziale di altissima densità e temperatura seguita da una rapida espansione, come ipotizzato invece dalla teoria del Big Bang, ma appunto da un ‘grande rimbalzo’ prima del quale, al contrario, l’Universo si stava contraendo.

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Qual è il modello corretto

Rappresentazione artistica del modello cosmologico proposto nella teoria del Big Bounce. Crediti: NASA/WMAP Science Team/Robert Lea.

Secondo la teoria del Big Bang, c’è stato un momento dopo il quale l’Universo si è espanso continuamente. Ciò vuol dire che in passato la materia era più densa e calda, abbastanza da emettere radiazione elettromagnetica nello spettro del visibile. Per via della suddetta espansione, però, questa sorta di luce primordiale, nota come fondo cosmico a microonde (CMB), si è ormai spostata nel radio. Stando al già citato modello del Big Bang, la CMB dovrebbe apparire più o meno la stessa in qualsiasi direzione la si guarda. Ma i dati dell’osservatorio spaziale Planck dell’ESA mostrano invece delle anisotropie, seppur relativamente piccole e, quindi, spiegabili forse come semplici fluttuazioni statistiche.

Tra le varie ipotesi contemplate dagli scienziati, vi è una secondo la quale le anomalie registrate nella CMB implicano che l’espansione del nostro universo sia stata preceduta da una contrazione, come se fosse avvenuto un ‘rimbalzo’. Uno dei modelli che mette in gioco il Big Bounce è noto come cosmologia quantistica a loop (LQC). Quest’ultimo si basa sull’ipotesi della gravità quantistica a loop (LQG), che si propone di creare un ponte tra la meccanica quantistica e la relatività generale.

Il punto chiave è che se il Big Bounce fosse accaduto davvero, avrebbe dovuto lasciare dei segni nella CMB. Tra questi segni, la ricerca in questione ha preso in considerazione il cosiddetto ‘bispettro’. Confrontando le osservazioni condotte da Plack con la CMB simulata nel caso in cui l’Universo fosse rimbalzato una sola volta su se stesso, non è stata trovata quella particolare impronta del rimbalzo. La domanda sull’origine dell’Universo come lo conosciamo rimane quindi ancora aperta, ma ci sono già vari modelli alternativi, basati sempre su LQC o meno, che potrebbero forse un giorno condurci a una risposta.

Fonti: Scientific American, PRL.

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