È opinione diffusa che allunare è ‘facile’ data la ridotta distanza. La realtà è ben diversa: atterrare sulla Luna è una vera e propria impresa

I recenti insuccessi di varie agenzie spaziali (anche privati) potrebbe sorprendere soltanto coloro che non possiedono una base culturale adeguata per comprendere le sfide coinvolte nell’atterraggio lunare. Tra tutte le missioni inviate alla nostra Luna, è importante ricordare che circa un terzo di esse ha registrato insuccessi.

Esplorare lo spazio è rischioso (anche la Luna)

Luna Terra Earthrise
Credit: NASA

Ogni viaggio, indipendentemente dalla destinazione, comporta un grado di rischio. Potrebbe essere qualcosa di insignificante, come recarsi a comprare il pane e trovarsi con l’auto guasta lungo la strada, oppure potrebbe essere un rischio molto più elevato, come affrontare l’ascesa di una montagna impervia. Considerando le montagne che superano gli 8000 metri di altitudine, l’Annapurna emerge con un tasso di mortalità assoluto che supera il 40%. Solo 77 alpinisti su 130 sono riusciti a raggiungere la vetta di questa imponente montagna. Ovvio che all’aumentare della difficoltà di un viaggio, aumentino di molto le possibilità di fallimento.

Differenze con il passato

Questa realtà si applica anche a qualsiasi altra forma di esplorazione, specialmente nell’ambito spaziale. L’interesse per la Luna attuale è diverso da quello iniziale degli anni 50, in cui si scendeva in zone semi equatoriali in favore di luce solare totale e seguendo la velocità della rotazione parallela del satellite. Adesso si punta ai poli lunari, principalmente quello a sud, dove esistono zone in ombra permanente, in cui si trovano depositi di ghiaccio e altri elementi che sono indispensabili per un futuro insediamento umano. Vediamo le differenze tra gli allunaggi equatoriali (in primis le missioni Apollo) e quelli polari.

David Scott sulla Luna durante la missione Apollo 15
David Scott sulla Luna durante la missione Apollo 15. Credit: NASA

Allunaggio da orbita equatoriale:

  • 1. Complessità dell’inserimento orbitale: L’inserimento in un’orbita equatoriale richiede una manovra precisa per raggiungere la giusta velocità e altitudine. Qualsiasi errore in questa fase potrebbe influenzare la riuscita dell’intera missione;
  • 2. Selezione del sito di allunaggio: Anche se l’orbita equatoriale offre molte opzioni di siti di allunaggio, la selezione di un sito sicuro ed efficiente può essere difficile. La varietà di terreni e caratteristiche geologiche può rendere la scelta complessa;
  • 3. Variazione di temperature: L’orbita equatoriale comporta significative variazioni di temperatura durante l’orbita, passando attraverso aree illuminate dal Sole e aree in ombra. Questo può creare sfide nell’ingegneria dei sistemi per far fronte a tali variazioni.

Allunaggio da orbita polare:

  • 1. Complessità delle manovre orbitali: L’inserimento in un’orbita polare richiede manovre più complesse e costose in termini di energia e carburante, poiché è necessario superare le differenze di velocità tra l’orbita polare e l’orbita precedente;
  • 2. Tempistiche critiche: Poiché l’orbita polare può richiedere diversi passaggi sopra la Luna prima di effettuare l’allunaggio, le tempistiche di calcolo devono essere molto accurate per evitare collisioni o mancate opportunità di atterraggio;
  • 3. Comunicazioni e osservazioni: A causa della natura inclinata dell’orbita polare, le finestre di comunicazione e di osservazione con le stazioni terrestri possono essere limitate, rendendo la gestione della missione più complicata;
  • 4. Protezione termica: Durante le manovre di inserimento in orbita polare e di allunaggio, il veicolo spaziale attraversa regioni con ampie variazioni di temperatura e radiazioni solari. Questo richiede una progettazione accurata della protezione termica;
  • 5. Necessità di copertura globale: Anche se l’orbita polare offre una visione completa della superficie lunare, potrebbe non essere ideale per missioni concentrate su una specifica regione, poiché richiede tempo per passare sopra ogni punto.

In conclusione, questa spiegazione risulta essenzialmente superflua: chi ha un minimo di familiarità con l’argomento potrebbe trovarla ridondante, mentre chi si limita a criticare probabilmente non possiede la base culturale necessaria per affrontare la complessità di tali temi.

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