Fu un tombino, che viaggiò a cinque volte la velocità di fuga dalla Terra, circa 200mila chilometri all’ora. Il test venne condotto nel 1957 per contenere le ricadute nucleari.

Subito dopo la seconda guerra mondiale gli Stati Uniti continuarono a condurre numerosi test che riguardavano le armi nucleari. La maggior parte di questi esperimenti li facevano nel deserto del Nevada. Nessuno, d’altronde, conosceva con esattezza gli effetti di questi armamenti. Fatto sta che nel corso di questi test accadde una cosa poco nota: un tombino venne sparato ad una velocità tale da diventare l’oggetto più veloce lanciato nell’atmosfera. La storia di questo incredibile evento inizia la notte del 26 luglio 1957.

La storia del tizio che lanciò un tombino nello spazio: più veloce di qualsiasi altra cosa

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Gli americani condussero i primi test nucleari sotto terra. Il primissimo in assoluto lo chiamarono “Zio” ed esplose sotto il deserto del Nevada il 29 settembre del ’51. A progettare l’esperimento Pascal-A, il primo volto a contenere le ricadute nucleari, fu Robert Brownlee. Posizionarono la bomba in fondo ad una cava di roccia (larga meno di un metro e profonda 150 metri), con un “cappuccio” di ferro spesso 35 cm, in cima.

Questo tappo di ferro (che assomigliava molto ad un tombino che troviamo comunemente in strada) esplose dalla parte superiore come un razzo. Brownlee, rimasto affascinato da questo fenomeno, volle misurare la velocità con cui questo cappuccio era volato via. Progettò quindi un secondo esperimento, il Pascal-B.

I ricercatori replicarono il primo esperimento, solo che stavolta posizionarono la bomba a oltre 150 metri di profondità. Decisero di registrare il test con una telecamera in grado di riprendere 1 fotogramma al secondo. Ebbene, il 27 agosto 1957 il tombino volò via con la forza dell’esplosione nucleare ad una velocità di circa 200mila km l’ora, cinque volte la velocità di fuga dalla Terra!