Ecco una serie di risposte alle domande più comuni riguardo lo sbarco dell’uomo sulla Luna con le missioni Apollo

  • Perché sulla Luna le ombre divergono? C’è solo una fonte luminosa, ovvero il Sole?

Se ci fossero più fonti luminose, avremmo piú ombre per lo stesso soggetto, ricordate le partite di calcio? Ogni giocatore ha una serie di ombre che lo seguono, dovute all’incrocio della luce dei riflettori. Sulla Luna le ombre sono una per ogni oggetto illuminato, e a volte convergono perché il terreno lunare é tutt’altro che piano e regolare, poi ricordiamo che una foto è il risultato di una compressione di un ambiente naturale in 3 dimensioni dentro un’immagine piana in due dimensioni.

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  • La bandiera sta in piedi in mancanza di aria, e in alcuni casi sventola pure

Alla NASA arrivarono un centinaio di bandiere da tutto il paese senza riferimenti al fabbricante, perché non si voleva fare pubblicità a nessuno. Tra le specifiche di costruzione era richiesta una asticella orizzontale che mantenesse il tessuto della bandiera in posizione, si vede dalle foto che il tessuto era abbastanza stropicciato per via del metodo di stivaggio usato. Sventolava? Ovviamente no, nei rari casi in cui si vede la bandiera muoversi leggermente, c’era sempre un astronauta vicino, che aveva appena finito di installarla, o che si muoveva molto vicino provocando, con il suo peso e il movimento dei pesanti stivali, delle vibrazioni che si trasmettevano sull’asta metallica.

  • Dove sono le stelle? In un ambiente totalmente privo di atmosfera dovrebbero essere tantissime e visibili senza problemi

Di nuovo questioni fotografiche, anche il più sofisticato obiettivo in commercio non è in grado di risolvere una immagine come la risolve l’occhio umano. Sulla Luna i fotografi avevano ottiche fisse e tempi di posa e diaframma limitati, perché non potevano guardare il mirino (usavano un grosso e ingombrante casco) e con i grossi guanti in uso riuscivano a malapena a premere il tasto di scatto, che era oltretutto sovradimensionato per facilitare l’uso. Le missioni lunari avevano come target principale la documentazione del satellite e degli astronauti che ci stavano sopra. Una fonte di luce forte come é il sole non lasciava margini di scelta. O esponevi correttamente il suolo lunare e i suoi artefatti, o il cielo. É la stessa cosa che succede quando è giorno da noi e il sole brilla in cielo, le vediamo le stelle? Ovviamente no, troppa la differenza di luce con la nostra stella madre, ma anche di notte, mettetevi sotto un lampione e provate a distinguere le stelle in cielo, non le vedrete. Quindi nessun complotto o dimenticanza da parte della NASA, appena fisica ottica.

  • Le foto lunari hanno un orizzonte incredibilmente vicino, è la prova che si trattava di uno scenario creato in uno studio televisivo?

Diametro della Terra: 12.755 km;

Diametro della Luna: 3400 km.

Se facciamo due calcoli semplici scopriamo che la Luna è 4 volte più piccola della Terra (3,7 ad essere precisi). Esistono formule matematiche per il calcolo, si trovano su Google, nessun segreto. Per completare, sulla Luna non c’è aria, quindi non c’è rifrazione, e non ci sono elementi geometrici comuni come sulla Terra, tipo alberi o costruzioni civili, oggetti che il nostro cervello usa come termine di riferimento spaziale, sulla Luna, cento metri o un chilometro non si notano, gli astronauti di Apollo 14 ebbero sensazioni di smarrimento, visto che erano i primi ad allontanarsi sensibilmente dal LM, e dovettero seguire le loro impronte al contrario per ritrovare il cammino quasi perduto.

  • La gravità sulla Luna è anomala, hanno usato dei fili per far sobbalzare gli astronauti con tanta leggerezza? 

Sulla Luna la gravità é ⅙ di quella terrestre, ma la massa rimane uguale, quindi i movimenti degli astronauti sono una specie di mix, un balletto innescato da peso effettivo ridotto ma inerzia uguale a quella che si puó sperimentare sulla Terra. Dovevano valutare bene i loro spostamenti perché, se era relativamente facile spostarsi e accelerare i loro movimenti, era altrettanto difficile fermarsi, perché la loro massa totale era la stessa che sulla Terra, per questo vediamo in alcuni filmati alcune rovinose cadute degli astronauti Apollo. La polvere lunare (regolite) sollevata dagli stivali o dal rover cade in ventagli regolari e in un unico gesto, perché la mancanza di aria elimina l’effetto di freno aerodinamico, che farebbe cadere in tempi diversi le diverse dimensioni dei granelli, la tipica nuvola di polvere che si vedrebbe a Terra. Alcuni obiettano che la gravitá ridotta o addirittura 0 era prodotta nelle enormi camere a vuoto della NASA. Rispondo con una domanda: cosa c’entra l’aria con la gravitá? Misteri dei complottisti.

  • Le rocce lunari, chi mi dice che non siano state riportate a terra da sonde automatiche?

Neanche i moderni rover su Marte sono in grado di raccogliere poco più di qualche grammo di materiale, e siamo ancora in attesa di una missione che vada a prendere questi campioni. All’epoca i sovietici riuscirono a portare a casa pochi grammi di regolite lunare, contro i circa 350 kg (!) di vere rocce portati a casa dalle missioni Apollo. È questa l’importanza di poter mandare esseri umani nei luoghi da esplorare, nessun robot supera le nostre capacità manuali e intellettive nel riconoscimento di reperti e nella raccolta degli stessi. Dopo la fine del programma Apollo, la NASA inviò campioni di materiale lunari alle principali Università e laboratori di ricerca mondiali, anche ai sovietici. Tutti concordarono sull’unicità e originalità delle rocce lunari, che hanno delle caratteristiche chimiche tipiche di un luogo extraterrestre, privo di aria e protezione dalle radiazioni solari.

  • Il LM, scendendo sulla superficie lunare, avrebbe dovuto scavare un cratere sotto di lui, facendo volare pietre e altro intorno, nelle foto non si vede quasi niente, neanche le bruciature dei gas di scarico, significa che fu collocato con una gru e si dimenticarono di scavare un buco?

Di nuovo ragionamenti limitati basati su nozioni limitate e riferite a fatti sapientemente (per fortuna degli astronauti) previsti e calcolati dagli addetti ai lavori. I luoghi scelti per la discesa del LM erano il piú possibilmente piani e regolari, la luna é fondamentalmente rocciosa, dove scendevano i LM c’era appunto un fondo roccioso coperto da qualche cm di polvere/regolite lunare, quindi nessun mega-motore avrebbe potuto scalfire il suolo lunare, ma appena “spazzolare” via la polvere di superficie. Non ci sono bruciature sul suolo perché non c’era niente da bruciare, il motore di discesa del LM usava propellenti (non combustibili ndr) ipergolici, la combinazione di questi prodotti creava una espansione spontanea di questi gas che si tramutava in spinta contraria, erano poche tonnellate, il sufficiente per far scendere il LM sulla Luna, ricordando che il lander pesava a pieno carico, sulla Terra, poco meno di 16 tonnellate, che diventavano poco più di 2 sulla Luna, la difficoltà dell’allunaggio non era nel peso da amministrare, ma bensì nella difficoltà di una manovra mai provata prima.

  • Sulla Luna ci sono radiazioni letali e mortali, le temperature hanno sbalzi di centinaia di gradi, non c’era modo di difendere gli astronauti con una tuta fatta di materiali leggeri

É vero, ci sono radiazioni mortali e temperature pazzesche, però chi ci é andato aveva il supporto di gente che aveva studiato tutte le opzioni migliori per garantire (per quanto possibile)  la sicurezza degli astronauti. In primis furono scelte delle zone vicino al terminatore, la linea che divide il giorno dalla notte. In quel momento il Sole era basso all’orizzonte, era l’alba lunare, che é diversa dalla Terra, il Sole rimaneva basso per giorni e, la mancanza di un gas convettore come la nostra atmosfera, era un vantaggio. In assenza di aria la trasmissione di calore si verifica per irraggiamento, ma con il Sole cosí basso all’orizzonte, l’oscillazione termica era contenuta in un range di circa 50 gradi Celsius, ampiamente sopportabile per i sistemi di supporto vitale, tanto del LM che delle tute spaziali. Le radiazioni c’erano sì, ma anche in questo caso attenuate dalla posizione del Sole, gli astronauti hanno comunque ricevuto dosi di radiazioni superiori al normale, ma era un rischio calcolato, vista la loro breve presenza in suolo lunare. Una cosa è vera nella domanda, se fossero allunati con il Sole al mezzogiorno lunare, ossia perpendicolare al suolo, non avrebbero resistito al calore e radiazioni, ma loro lo sapevano giá, e sono andati nei momenti giusti. 

  • Intorno alla Terra c’è un campo di radiazioni imprigionate dal suo campo magnetico, le “famigerate” fasce di Van Allen, assolutamente mortali, e gli astronauti sarebbero morti fritti passandoci dentro

Van Allen, il fisico  ricercatore che ha dato il nome a queste fasce, ha sempre detto che la quantità di radiazioni non era omogenea, cosí come la loro forma non era regolare quindi, nella pianificazione dei voli Apollo, gli ingegneri hanno preso contromisure ideali. Hanno usato materiali isolanti, sia per le capsule che per il vestiario, hanno modificato le traiettorie di inserzione lunare e terrestre, con una  inclinazione equatoriale di 30° per poter passare nelle zone meno dense delle fasce e, più di tutto, hanno sfruttato la velocità di circa 39.700 km/h che le capsule Apollo raggiungevano per fuggire dall’attrazione della gravità terrestre, il transito nelle fasce durava circa 15 minuti in totale. Per scetticismi più gravi del normale, ricordo che anche la ISS passa per la fasce, non continuativamente ma, nella Anomalia Sud Atlantica, un punto in cui il campo magnetico terrestre è meno attivo, consentendo la presenza di una parte di queste fasce di Van Allen. La confusione principale é comunque nel nome “radiazione”, le radiazioni realmente pericolose sono le ionizzanti (raggi gamma e X), mentre quelle imprigionate nelle fasce sono principalmente protoni ed elettroni, comunque pericolosi ma, in confronto alle prime, tranquillamente gestibili.

  • Le foto delle missioni sono troppo perfette per essere state fatte sulla Luna, sono state ritoccate?

Allora, chiediamo ad un fotografo di matrimoni se azzecca tutte le foto? Ovviamente no, nessun fotografo fa tutte le foto perfette, neanche i piú grandi nomi mondiali. Durante la sessione fanno più foto possibile e poi, in edizione, scartano quelle venute male, e consegnano al cliente un libro con le migliori. Stessa cosa é stata fatta con le missioni Apollo, sono migliaia le foto mal riuscite, solo poche sono state usate per la divulgazione, ovviamente nessuno ci tiene a pubblicare i propri scatti sbagliati, mi sembra logico. Ma alla NASA hanno ritenuto (giustamente) di conservare anche gli scatti meno riusciti, dopotutto chi li ha fatti ha rischiato la propria vita, un evento del genere richiede attenzione e conservazione di tutto quello che è stato fatto, nei limiti del possibile. Ci sarebbe da considerare anche le foto che presentano artefatti, quasi tutti originati da scansioni di foto già scansionate e ridotte in risoluzione ai limiti del decente.

https://www.flickr.com/photos/projectapolloarchive/ é il sito dove le foto del programma, anche quelle venute male.

  • Gli astronauti, una volta rientrati a Terra, si sono stranamente chiusi in se stessi, poco propensi a voler parlare, è la prova che avevano paura e vergogna di essere scoperti?

Gli astronauti dell’era Apollo erano tutti militari o ex militari, come Armstrong per esempio. Erano alti ufficiali formati a West Point o altre accademie militari dello stesso prestigio, per loro la riservatezza e ubbidienza ai codici militari era la prassi, appresa con migliaia di ore di duri addestramenti. Quelli che hanno fatto per primi le missioni hanno avuto addosso i riflettori del mondo intero, e lo hanno letteralmente girato tutto come invitati di quasi tutte le nazioni. Dopo il clamore della missione 11, l’interesse generale era diminuito drasticamente, e alcuni di questi uomini tornarono alle loro vite normali, come istruttori di volo, come consulenti alla NASA, o anche in politica. Se per noi “mortali” il fatto di andare sulla Luna è considerato un atto straordinario (e di per sé lo è) non significa che tutti lo vedano allo stesso modo. Gli astronauti Apollo (ma anche Mercury e Gemini) erano principalmente dei tester, persone preparate per verificare lo sviluppo di macchine volanti, aerei principalmente, quindi per loro si trattava di un obiettivo da raggiungere, il più prestigioso della carriera sicuramente, ma una volta ottenuto il risultato tornavano alle loro vite. Cosa si può fare di più, dopo che si è stati sulla Luna? Difficile fare meglio, ad alcuni è pesato, hanno sofferto con alcolismo e depressione, altri, come detto sopra, si sono rifatti una vita, quelli ancora in vita spesso partecipano a dei convegni come ospiti, ma credo che siano stanchi anche loro di rispondere sempre alle stesse domande. Alla fine, bisogna fare uno sforzo mentale per provare a capire le conseguenze di un lavoro del genere, quello che vediamo nei filmati d’epoca è il culmine di anni di lavoro di questi uomini straordinari che, una volta finito, li riportava alla normalità.

  • Le impronte delle calzature lasciate sulla Luna sono diverse da quelle che si vedono usare dagli astronauti, ecco la prova del complotto?

Gli astronauti dovevano avere una tuta perfettamente pressurizzata, per le fasi di lancio, manovre orbitali, escursioni lunari e rientro a Terra. Ma per chi scendeva a camminare sulla Luna era necessario uno step in piú di protezione, furono progettati dei “copristivali” da calzare sopra quelli ordinari, perché la superficie lunare può essere molto calda e molto abrasiva, e alcune rocce potrebbero tagliare la suola, con ovvi pericoli per la salvaguardia degli astronauti. Un’idea brillante per avere una calzatura confortevole dentro la capsula, e sicura durante le EVA, nessun complotto, neanche qui.

  • Come hanno potuto trasportare il rover lunare se non c’era spazio dentro al LM?

Semplicemente… non lo hanno caricato dentro al LM, il rover si ripiegava su se stesso ed era agganciato lateralmente, ed esternamente al LM. Una volta scesi sulla Luna, gli astronauti lo facevano scendere a terra e lo rimontavano, un sistema di molle e tiranti, sapientemente strutturati, rendevano semplice l’operazione.

  • Complottisti sostengono che le tute nello spazio dovrebbero esplodere perché c’è una pressione di qualcosa come 10^32 atmosfere negative

Nello spazio, nel vuoto dello spazio, la pressione è 0, per avere pressione ci deve essere un gas che possa essere compresso o espanso. I materiali che compongono la tuta resistono benissimo a questa situazione, il problema vero sarebbe nel caso di un taglio o un buco accidentali, in pochi minuti tutta la pressione interna della tuta sarebbe risucchiata nel vuoto con conseguenze fatali per chi la indossa. Ma già ai tempi delle missioni Apollo erano disponibili materiali con ottime caratteristiche meccaniche di resistenza, e in più erano vari strati di materiali diversi, il problema vero era evitare buchi e tagli.

  • La NASA ha ammesso di aver perso la tecnologia per costruire i razzi

Una affermazione che dovrebbe essere supportata da documenti ufficiali che, ovviamente non si incontrano, avranno perso pure questi? In realtà, la NASA, dopo le missioni Apollo ha subito una continua diminuzione del budget annuale a disposizione, a parte la parentesi Shuttle, che pur avendo contribuito a fare grandi imprese (tra tutte ISS e Hubble) aveva comunque dei costi non previsti, che hanno ritardato lo sviluppo di altre tecnologie. Ricordiamo che la NASA è un ente governativo che dipende molto dagli “umori” della classe politica al comando, che quasi sempre cerca di tagliare il più possibile i finanziamenti annuali. Possiamo dire che si è perso buona parte dell’interesse verso lo spazio, ma adesso, mentre scrivo, sono in corso nuove strategie di approccio, i privati stanno partecipando sempre di più, vedi SpaceX, che ha riportato i lanci di equipaggi e materiale verso la ISS con costi altamente competitivi.

  • La NASA ha ammesso di aver perso le bobine originali dove erano registrate le telemetrie e la diretta dello sbarco di Apollo 11, una prova ulteriore di complotto, come si fa a perdere un supporto dati così prezioso?

Bisogna fare dei distinguo, le missioni Apollo avevano vari tipi di registrazione dei dati e delle immagini/suoni. C’erano le fotografie su pellicola 6×6, video su pellicola, e registrazioni su nastro magnetico. Queste ultime erano un supporto momentaneo dove si registravano principalmente le telemetrie di volo e i dialoghi tra equipaggi e controllo a terra. Tutti questi dati erano immediatamente trascritti e salvati in microfilm e supporti cartacei, poi digitalizzati a posteriori. La NASA ha perso le bobine magnetiche, o meglio, le ha riutilizzate più volte, proprio come si faceva con le vecchie cassette audio/video nelle nostre vite quotidiane. Sapendo cercare si può rivivere minuto per minuto qualunque delle missioni Apollo, si sono perse le bobine di quella sera, che vale tanto quanto le sedie dove sedevano gli addetti alla sala di controllo, i dati sono tutti salvi e disponibili.

Addirittura, i negativi delle pellicole originali hanno subito delle copie pari agli stessi e sono dentro ad un vero bunker con temperature e climatizzazione controllate, chi vuole accedere ai negativi con qualità originale deve fare richiesta alla NASA, ovviamente i permessi sono rilasciati in casi di ovvia importanza, non al cittadino qualunque, ma le pellicole che hanno volato con gli astronauti no, resteranno sigillate come reliquie storiche, in ricordo delle difficoltà e rischi corsi per ottenere un archivio storico ineguagliabile.

Eccole qua, https://www.nasa.gov/multimedia/hd/apollo11_hdpage.html rimasterizzate e salvate per l’eternità in supporto digitale, disponibili e di libera consultazione.

  • Gli Stati Uniti hanno usato il loro potere e intimidazione per mantenere il riserbo tra le nazioni del mondo, hanno coperto l’inganno in cambio di favori politico commerciali, o addirittura con il  timore di possibili ritorsioni

All’epoca dei voli Apollo c’era una situazione che, piú di qualunque altra cosa, avrebbe impedito agli USA di montare un teatrino, finalizzato a far credere al resto del mondo che erano stati sulla Luna svariate volte, ingannando tutti. Era in corso la corsa allo spazio, con i Sovietici antagonisti e nemici dichiarati, nulla sarebbe stato lasciato al caso per mettere in luce un cosí grande inganno, questo i complottisti non lo spiegano e non hanno nessun argomento utile per ribaltare la veritá assoluta. E c’è di piú, dopo aver metabolizzato la “sconfitta”, proprio i Sovietici hanno voluto rendere onore, se non alla nazione, almeno agli uomini che hanno camminato per primi sulla Luna. Cosa si puó dire sulle foto di Neil Armstrong, ospite a Mosca e ricevuto con tutti gli onori?

https://www.nasa.gov/feature/50-years-ago-armstrong-visits-the-soviet-union

Prego, rispondete a questo

Addirittura un francobollo dedicato ad Armstrong?

  • Di recente l’ex Amministratore Delegato di Roscosmos, Dmitri Rogozin, ha sollevato dubbi circa la veridicità dello sbarco statunitense sulla Luna. 

Se lo dice lui…In realtà Rogozin, ex vicepresidente della Federazione Russa, poi caduto in disgrazia col Presidente che lo ha relegato ad un ruolo di secondo piano (il CEO di Roscosmos appunto), nella smania di fare il bello col Presidente ha fatto più danni di un elefante in una cristalleria. Innanzitutto a suffragio di queste affermazioni non porta alcun documento, inoltre è smentito dagli stessi atti ufficiali dell’agenzia spaziale che ha diretto, perché si è saputo, dopo che tutta la documentazione relativa è stata desecretata negli anni 2000, che addirittura l’Unione Sovietica ha aiutato la missione Apollo 11. In che modo? Gherman Titov, nel 1962, ha svolto una Tournée negli Usa nella quale, oltre ad incontrare molti astronauti, ha stretto amicizia con Frank Borman, poi divenuto Comandante di Apollo-8. Durante la preparazione del lancio di Apollo 11, la NASA è venuta a conoscenza della circostanza secondo cui la sonda Luna-15 avrebbe avuto una traiettoria finale coincidente con quella dell’immissione in orbita lunare dell’Apollo-11. Borman si rivolse, ufficiosamente, a Titov che lo mise in contatto con il capo dell’Accademia delle Scienze Sovietica, Mstislav Keldysh. La NASA ottenne telemetrie, frequenze e dati orbitali completi della sonda Luna-15 (che per inciso fallì l’allunaggio), consentendo ad Armstrong e compagni di allunare in tutta sicurezza. Di conseguenza, come per la minaccia di far cadere la ISS in testa agli statunitensi oppure di abbandonarla al suo destino, tutte boutade di Rogozin, è bene non considerare quello che questo burocrate caduto ancora più in disgrazia (è stato allontanato da Roscosmos e mandato a fare il Governatore in zona di guerra) dice.

Fonte per testo e immagini https://attivissimo.net/antibufala/luna/luna_in_sintesi.htm, NASA