Sirio vuol dire “incandescente”: solo pochi pianeti, la Luna piena e la Stazione Spaziale Internazionale la eclissano. Ecco la sua storia e la guida su come individuarla

Sirio, noto anche come Stella del Cane o Canicola, è la stella più luminosa nel cielo notturno della Terra. Il nome significa “incandescente” (in greco): una descrizione appropriata, poiché solo pochi pianeti, la Luna piena e la Stazione Spaziale Internazionale la eclissano. Poiché è così brillante, la stella era ben nota agli antichi. Ma la scoperta di una stella compagna, Sirio B, nel 1862 ha sorpreso gli astronomi. La stella che apprezziamo ad occhio nudo si chiama Sirio A (stella di classe A V ), o talvolta solo Sirio. Sirius B è 10.000 volte più debole della stella principale. È così debole, e quindi così difficile da vedere dalla Terra, che gli astronomi non hanno potuto stimare la sua massa fino al 2005 (con una precisione sotto l’1%), grazie ai dati del telescopio spaziale Hubble.

Sirio
Sirio A e Sirio B (il puntino in basso a sinistra) riprese dal Telescopio Spaziale Hubble.
Credit: NASA, ESA, H. Bond (STScI) and M. Barstow (University of Leicester)

Come individuarla

Sirio è chiaramente visibile (magnitudine apparente pari a −1,46 e una magnitudine assoluta di +1,40) nel cielo notturno invernale dell’emisfero boreale sia perché la stella ha un’elevata luminosità e sia perché è relativamente vicina alla Terra (a 8,6 anni luce di distanza). Sirio ha una massa che è due volte quella del Sole: se fosse posizionata vicino alla nostra stella, Sirio la oscurerebbe più di 20 volte. Per riconoscerla, basta individuare la cintura di Orione e guardare verso il basso (l’immagine seguente chiarisce). Per essere più precisi, la posizione è:  

  • Ascensione retta: 6 ore e 45 minuti 8,9 secondi;
  • Declinazione: -16 gradi 42 minuti e 58 secondi.
Orione e Sirio
Come individuare la stella. Credit: Stellarium

Inoltre Sirio con Betelgeuse e Procione forma il famoso asterismo chiamato triangolo invernare (ecco la guida al cielo di novembre 2020).

Triangolo invernale
Il Triangolo invernale. Credit: Stellarium

Storia

Oggi la stella è soprannominata la “Stella del Cane” perché fa parte della costellazione del Cane Maggiore. L’espressione “giorni canini” si riferisce al periodo dal 3 luglio all’11 agosto, quando Sirio sorge in congiunzione con il Sole. Gli antichi ritenevano che la combinazione del Sole durante il giorno e della stella di notte fosse responsabile del caldo estremo durante la mezza estate. Per approfondire, ecco in questo link la storia mitologica del gigante Orione e del suo cane Sirio.

Sirio B

Sirio B è una nana bianca, ultimo stadio evolutivo di una stella di massa medio-bassa. Le nane bianche si raffreddano sempre più per emissione termica, fino a non emettere più luce risultando nere. Gli scienziati studiano le nane bianche come Sirio B nella speranza di ottenere una migliore comprensione del ciclo stellare. La massa di una stella è un fattore importante nell’evoluzione stellare: determina la temperatura centrale alla quale brucerà l’idrogeno, e quindi praticamente la durata della sua vita (dato che le stelle spendono il 90% della loro vita bella sequenza principale, e la velocità con cui avvengono le reazioni nucleari aumenta esponenzialmente con la temperatura). Gli astronomi possono calcolare la massa di una stella in base alla sua luminosità, temperatura superficiale ed altre caratteristiche confrontando questi dati con modelli stellari al computer. Ma ciò è stato difficile per Sirio B. La luminosità della stella principale del sistema ha sopraffatto le osservazioni terrestri, rendendo impossibile isolare la luminosità molto più debole proveniente dalla nana bianca.

Le due stelle
Un’immagine artistica delle due stelle. Credit: NASA, ESA and G. Bacon (STScI)

È stato solo nel 2005, quando un team di astronomi, grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble, è stato in grado di misurare la massa (con una precisione sotto l’1%) della nana bianca per la prima volta (pari al 98 percento di quella del Sole). Ecco il link della pubblicazione sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

La stella Sirio, raccontata dall’astrofisico Umberto Battino

Riferimenti:

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