Questa animazione mostra tutti i terremoti registrati in sequenza così come si sono verificati dal 1 gennaio 1901 al 31 dicembre 2000, alla velocità di 1 anno al secondo.

Questa animazione mostra tutti i terremoti registrati in sequenza dal 1 gennaio 1901 al 31 dicembre 2000, alla velocità di 1 anno al secondo. Gli ipocentri dei terremoti appaiono dapprima come lampi, poi come cerchi colorati, prima di restringersi in modo da non oscurare i terremoti successivi. La dimensione del cerchio rappresenta la magnitudo del terremoto, mentre il colore rappresenta la sua profondità all’interno della Terra. Guardiamo il video, poi lo commentiamo insieme.

L’animazione del NOAA

Credit: NOAA

Nel video ci sono prima tutti i terremoti avvenuti negli ultimi 100 anni. Successivamente, solo quelli superiori a magnitudo 6,5. Si passa poi solo ai magnitudo pari o superiore a 8.0. Si tratta dei “grandi” terremoti che rappresentano una minaccia di tsunami quando si verificano sotto l’oceano o vicino a una costa e quando sono poco profondi all’interno della terra (meno di 100 km o 60 miglia di profondità). L’animazione si conclude mostrando le faglie ai confini delle placche, responsabili della maggior parte di tutti questi terremoti.

Lo studio dei terremoti

Lo studio scientifico dei terremoti è iniziato nel XX secolo con l’invenzione del sismometro e il suo impiego per registrarli e misurarli nel momento in cui si verificano. Pertanto all’inizio dell’animazione compaiono solo quelli più grandi, poiché erano gli unici che potevano essere rilevati con i pochi strumenti a disposizione in quel momento. Ma col passare del tempo, sono stati utilizzati sempre più sismometri e si sono potuti registrare terremoti sempre più piccoli. Ad esempio, notate come negli anni ’30 ne sembrano apparire molti di piccole dimensioni in California, ma questa illusione è il risultato dell’installazione di sempre più strumenti in quella regione. Allo stesso modo, sembra esserci un aumento nel numero degli eventi sismici a livello globale negli anni ’70, quando la sismologia fece un altro balzo in avanti con i progressi nelle telecomunicazioni e nell’elaborazione dei segnali con i computer digitali, una tendenza che continua ancora oggi.

Fonte