Le osservazioni e i dati della sonda New Horizons hanno svelato questa incredibile possibilità

Plutone – Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience nel maggio del 2019, ha analizzato una regione chiamata Sputnik Planitia, situato vicino all’equatore ed estesa per circa 700mila chilometri quadrati. E’ un bacino a forma di ellisse di colore biancastro e, data la sua posizione e la sua forma, si suppone che al di sotto ospiti un oceano di acqua liquida. Il problema è che questo va in contraddizione con l’età di Plutone. L’oceano dovrebbe essersi congelato già da molto tempo vista anche la temperatura media superficiale di – 235 °C .

La regione biancastra appiattita chiamata Sputnik Planitia. Credit: NASA

E allora come si spiega la presenza di acqua liquida?

I ricercatori si sono chiesti cosa potrebbe mantenere l’oceano allo stato liquido tenendolo ‘caldo‘: uno strato isolante di gas idrati. I gas idrati sono composti solidi (clatrati) formati da acqua e gas naturali di basso peso molecolare, che si formano in ambienti caratterizzati da bassa temperatura, alta pressione e sufficiente concentrazione di gas. Il gas più pesante presente in questo strato potrebbe essere il metano proveniente dal nucleo del pianeta nano. Questa ipotesi è coerente con la composizione dell’atmosfera di Plutone ovvero ricca di azoto e povera di metano.

L’atmosfera di Plutone ripresa dalla sonda New Horizons nel 2015. Credit: NASA

Ovviamente sono state fatte varie simulazioni: hanno provato che l’oceano si sarebbe congelato completamente centinaia di milioni di anni fa, se non ci fosse stato questo strato di gas idrati. La presenza di questi strati protettivi potrebbe aprire nuovi scenari: forse la presenza di acqua liquida conservata sotto la crosta di oggetti astronomici anche lontanissimi dal Sole non è così improbabile. Anzi! Attendiamo nuovi studi ed analisi di Sputnik Planitia e più in particolare di Plutone che non smette mai di stupirci.

Ecco il link della pubblicazione

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