Una ricerca SETI nelle onde radio non ha trovato segno di presenze tecnologiche provenienti dal centro della nostra galassia.

Ci sono altre civiltà in qualche parte nell’Universo? E nella nostra Via Lattea? Questa è una delle domande più intriganti dell’esistenza e una risposta affermativa sarebbe sconvolgente. L’umanità ha perseguito la ricerca del segno di intelligenza extraterrestre (SETI) in una forma o nell’altra sin da poco dopo l’avvento delle onde radio all’inizio del XX secolo. Gli sforzi sono aumentati e diminuiti nel corso dei decenni, ma la ricerca non è mai stata completamente abbandonata.

La ricerca in passato aveva rilevato segnali transitori sotto forma di onde radio inspiegabili, ma nulla che fornisse prove affidabili. 

Se mai scoprissimo o entrassimo in contatto con un’altra civiltà, sarà un momento quasi mistico per la nostra specie. Le persone si dividerebbero abbastanza rapidamente in correnti di pensiero e ideologie a riguardo e inizierebbero a discutere su cosa sia meglio fare. E molti di noi si riverserebbero nelle strade e guardando i propri fratelli e sorelle umani con rinnovata meraviglia.

Tutto questo, se mai avverrà, richiederà diversi passaggi.

Se mai l’umanità scoprirà la vita altrove sarà probabilmente vita unicellulare da qualche parte nel nostro Sistema Solare, come alcune lune che potrebbero ospitare batteri nei loro oceani sotterranei.

Ma quando guardiamo il cielo notturno e ci chiediamo se siamo soli, la maggior parte di noi pensa a forme di vita più complesse. Ci chiediamo se ci siano altre civiltà tecnologiche là fuori, che affrontano le nostre stesse sfide e si interrogano sulle proprie origini e destini come facciamo noi.

Finora non c’è traccia di loro, e una nuova ricerca condotta sulla vita extraterrestre nella Via Lattea non ha portato nessun segnale.

Via Lattea
Via Lattea. Credit: ESO

Ricerca nelle onde radio

In quattro nuovi articoli presentati dalla Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO) sono stati mostrati i dati di una ricerca in onde radio a bassa frequenza utilizzando il Murchison Widefield Array (MWA) in Australia. 

I risultati provengono da 7 ore di osservazioni svolte in due notti con il MWA. La ricerca si è concentrata sul centro galattico in direzione di Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, cercando firme tecnologiche su 144 sistemi esoplanetari conosciuti.

Mentre la ricerca della vita si concentra sulle firme biologiche, come molecole o isotopi che indicano la presenza della vita, le firme tecnologiche sono diverse.

Anche se ci sono modi diversi di intendere le firme tecnologie, in termini generali sono prove di effetti che possono derivare solo dall’uso della tecnologia.

Enormi progetti di ingegneria come le Sfere di Dyson, potrebbero disperdere radiazioni che possono essere rilevate. Una civiltà sufficientemente avanzata potrebbe essere in grado di costruirle, o addirittura di alterare le orbite delle stelle. Quei fenomeni sarebbero una buona prova di un’altra civiltà tecnologica. Sarebbero sufficienti anche prove più banali come la presenza di clorofluorocarburi in un’atmosfera, che però sono più difficili da rilevare.

Alcuni ricercatori non considerano le onde radio come firme valide poiché possono essere prodotte anche in modo naturale. Ma in termini di indagini diffuse su vaste regioni dello spazio, le onde radio sono la cosa più pratica da cercare.

Le recenti osservazioni con l’MWA sono state sintonizzate su 155 Mhz e i segnali radio sono ancora la base su cui si fondano le ricerche SETI. Ciò è in parte dovuto al fatto che sono un indicatore affidabile di una specie tecnologica e la loro capacità di produrre onde radio e rilevarle: nel caso della Terra è quello che è successo.

Uno zoom verso il centro della Via Lattea. Credit: ESO

Il centro della nostra galassia

Questa ricerca era rivolta al centro galattico puramente per economia di sforzi e risultati essendo il punto a noi vicino con il maggior numero di stelle. Non scegliamo ancora dove guardare o non cerchiamo obiettivi migliori proprio perché non abbiamo ancora scoperto un’altra civiltà tecnologica.

Nella ricerca dell’intelligenza extraterrestre ha più senso scandagliare in modo ampio. 

I ricercatori sottolineano che ci sono pro e contro nell’osservare il centro galattico (o GC): la densità stellare nel GC ha un lato buono e uno cattivo.

In primis ci sono più stelle, il che significa più potenziali segni di pianeti e civiltà. Ma avere più stelle non è necessariamente una cosa migliore. L’elevata densità di stelle all’interno del GC significa che eventi catastrofici come le supernove stellari o i brillamenti di magnetar hanno maggiori probabilità di avere un impatto sugli esopianeti della zona, distruggendo potenzialmente qualsiasi forma di vita sulla loro superficie.

Con così tante stelle nel denso GC, sono anche più probabili i flyby stellari. Pessime notizie per la vita e per eventuali civiltà: possono distruggere i dischi protoplanetari e interferire nel processo di formazione dei pianeti.

Ma d’altra parte, il GC è anche un posto promettente in cui guardare. Nonostante questi fattori, i modelli realizzati dagli scienziati Morrison e Gowanlock nel 2015 sono concordi nello stabilire che la maggior parte dei pianeti che potrebbero supportare la vita complessa si trovano verso la Galassia interna, a meno di 1 kiloparsec dal GC. 

La recente ricerca era mirata ai 144 sistemi di esopianeti, ma ha anche completato una più ampia ricerca alla cieca di oltre tre milioni di stelle verso il centro galattico e il suo bulbo galattic, dove tuttavia non sono stati rilevati segnali.

Non aver rilevato firme non significa che non ci siano segnali da rilevare. Significa solo che in questo momento particolare, utilizzando le ramificazioni specifiche di questa metodologia di ricerca, non sono stati rilevati segnali. Ognuno di questi tentativi rivela qualcosa sul metodo di ricerca e offre la possibilità di migliorare i metodi in futuro.

Il Santo Graal nella ricerca di firme tecnologiche sarà probabilmente una ricerca completa in tutte le direzioni del cielo, ma è qualcosa verso cui dobbiamo ancora lavorare. Prima di arrivare alle ricerche di firme tecnologiche all-sky ci sono una serie di sfide computazionali da superare e queste ricerche mirate forniranno sempre più informazioni su come raggiungere questo obiettivo.

Riferimenti: